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I ragazzi della Sierra Leone con le magliette dell’Arezzo
Un pezzo di Arezzo da anni sta lanciando il cuore ben oltre l’ostacolo, fino alla Sierra Leone, lo stato dell’Africa occidentale, il secondo paese più povere al mondo. Circa 15 anni fa nasce Africamica, l’ente del terzo settore impegnato nello sviluppo sanitario, umano e sociale delle zone più povere dello stato africano. Al suo interno solo volontari aretini, professionisti dedicati che operano nel campo della medicina in questa regione dell’Africa, e precisamente a Kabala. Attraverso un costante impegno, da Arezzo non solo offrono cure mediche essenziali, ma anche speranza e dignità a una comunità spesso privata di risorse adeguate nel settore sanitario.
Un gruppo di volontari è tornato da poco dalla sua ultima missione. Questa volta il gruppo era composto da due chirurghi: Mauro Bartolucci e Alessandro Arcangioli; l’anestesista Paola Livi e quattro dentiste: Lucia Senesi, Alessandra Cinelli, Chiara Nuti e Donella Fabbroni. "In quindici giorni abbiamo effettuato più di cento interventi chirurgici, lavorando otto ore al giorno, senza sosta" racconta Alessandro Arcangioli, stimato ginecologo, nonché presidente dell’associazione. "Dalle ernie ai lipomi. Interventi che qua possiamo fare solo noi. Tutto è a pagamento" continua. "I dentisti hanno effettuato 400 prestazioni. Si sono mossi in tutti i villaggi e negli ospedali. Operavano un po’ ovunque: nelle scuole, nelle chiese, in qualsiasi luogo chiuso in cui fosse possibile" continua il dottore. Tutto il materiale chirurgico è arrivato direttamente da Arezzo, "Per questo ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato a mettere insieme il prezioso materiale". Guanti, aghi, anestesie locali, ma non solo.
"Abbiamo portato tantissimi vestiti per bambini, fra cui maglie dell’Olmo Ponte e dell’Arezzo Calcio" racconta con un sorriso Arcangioli. "Altra attività cui teniamo molto è l’attenzione alla "Casa dei Ciechi" , la realtà unica in Sierra Leone che ospita ed assiste 95 ragazzi non vedenti, con scuola annessa. Abbiamo recentemente portato una stampante braille con Pc ed alcuni nuovi metodi per accrescere il livello della formazione scolastica, oltre ad una speranza di vita migliore per bambini che hanno avuto la sorte di essere nati in Africa ed essere non vedenti, ragazzi che vengono reputati dalla loro cultura "maledetti" che prima venivano abbandonati" spiega Arcangioli. "Ogni anno ci occupiamo anche della manutenzione dell’immobile. Si è concluso, da poco, il lavoro di recinzione dell’intera area: oltre 400 metri di struttura muraria che darà sicurezza e tranquillità ai 90 bambini, tutti totalmente non vedenti. Adesso la zona è completamente sicura e funzionale, i ragazzi possono crescere e studiare in una residenza molto più accogliente" continua il dottore.
"Un altro progetto a cui teniamo molto è Mothers’ Waiting House una casa di accoglienza per donne in procinto di partorire in situazioni a rischio ed anche ai loro figli; i medici pagano vitto e alloggio ma anche il trasporto per arrivare più velocemente alla struttura. Un progetto nato per cercare di diminuire al massimo il tasso di morte fetale che fino a dieci anni fa raggiungeva il 15%. Fortunatamente ad oggi questa percentuale si è ridotta. Solo lo scorso anno i parti andati a buon fine sono arrivati a 1200 grazie soprattutto agli strumenti tecnici, da poco rinnovati, che prevengo malattie infettive molto pericolose". C’è un altro progetto di cui il dottore è molto orgoglioso: migliorare l’unico mezzo efficiente da queste parti, la radio. "Stiamo potenziando Radio Bintumani, la radio della zona. Abbiamo inviato mixer e microfoni". Nuovi progetti? "Tornare almeno una volta all’anno".
Gaia Papi