di Serena Convertino AREZZO
"Non abbiamo bisogno di altri adempimenti da dover assolvere". Aldo Cursano, presidente di Confcommercio Firenze e Arezzo (nella foto con il direttore Franco Marinoni), commenta così le linee guida dettate dal decreto Piantedosi in materia di "prevenzione degli atti illegali e di situazioni di pericolo" all’interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici. Il testo, che invita i gestori ad agire da "sentinelle delle situazioni di abusivismo" anche al di fuori dei propri locali, prevede l’obbligo di dotarsi di sistemi di videosorveglianza, affliggere in maniera ben visibile un codice di condotta dell’avventore modello e individuare e formare un referente per la sicurezza del locale. "Come presidente di Fipe Confcommercio -sottolinea Cursano - non sottoscriverò mai un protocollo che vada ad appesantire nei costi e nelle responsabilità attività che nulla hanno a che fare con la sicurezza. I pubblici esercizi sono sempre stati disponibili a collaborare con le istituzioni, come dimostrano i protocolli già attivi per i locali da ballo e intrattenimento. Tuttavia, non possiamo accettare che venga chiuso un locale solo perché all’esterno accadono episodi criminosi".
Le attività come bar, ristoranti e gelaterie sarebbero infatti incaricate di ricoprire un ruolo di controllo su situazioni di pericolo di vario tipo. "Il problema della sicurezza va affrontato con strumenti adeguati e non scaricando funzioni proprie dello Stato sui titolari di attività che operano legalmente e con grande sacrificio. Le attività - continua Cursano - devono fare bene il proprio lavoro assicurando la sicurezza alimentare e dei luoghi di lavoro, oltre che rispettando gli adempimenti del pubblico esercizio, che sono enormi. Non abbiamo bisogno che ce ne siano imposti altri che non ci competono".