LUCA AMODIO
Cronaca

Il dilemma di Mugnai. Rito abbreviato o no con la nuova accusa

Il 14 gennaio riparte con una nuova udienza preliminare il processo all’artigiano che uccise il vicino che tentava di buttagli giù la casa con una ruspa. Dall’imputazione per eccesso di legittima difesa si passa all’omicidio volontario.

Sandro Mugnai sale le scale di casa seguito dall’europarlamentare Roberto Vannacci

Sandro Mugnai sale le scale di casa seguito dall’europarlamentare Roberto Vannacci

Rito abbreviato o rito ordinario, questo è il dilemma. Manca una settimana alla nuova udienza preliminare in cui Sandro Mugnai comparirà davanti al giudice Stefano Cascone. Il 14 gennaio l’artigiano di San Polo, difeso dagli avvocati Marzia Lelli e Piero Melani Graverini, saprà se andrà a processo per omicidio volontario o meno.

I fatti oggetto del dibattimento sono quelli datati 5 gennaio 2023. Quel giorno Gezim Dodoli morì con cinque colpi di fucile dopo che Sandro Mugnai sparò dalla finestra di casa sua mentre il vicino gli stava colpendo casa con una ruspa. Da lì iniziò un iter giudiziario lungo e tortuoso. E infatti dopo due anni non c’è ancora una fine: anzi c’è un nuovo inizio. Dopo la scarica di proiettili Mugnai venne arrestato dai carabinieri per omicidio volontario.

Pochi giorni dopo la giudice per le indagini preliminari Giulia Soldini scarcerò Mugnai riconoscendo nella sua condotta la legittima difesa. A quel punto ci si immaginava che l’inchiesta procedesse verso l’archiviazione e invece no: la pm Laura Taddei chiese e ottenne il rinvio a giudizio per Mugnai. L’ipotesi di reato contestato dalla procura era quella di eccesso colposo di legittima difesa - e per questo l’accusa chiese in aula 2 anni e 8 mesi di condanna. In aula i legali di Mugnai ribadirono il concetto di legittima difesa perché “non c’erano alternative per mettere in salvo né sé stessi né la propria famiglia”.

Secondo il giudice per l’udienza preliminare non è né una situazione da eccesso colposo di legittima difesa né, tantomeno, di legittima difesa. Semmai è uno scenario da omicidio volonatario e da questa nuova ipotesi di reato deve ripartire il procedimento. Il gup Claudio Lara ha sposato la tesi degli avvocati di parte civile i quali avevano chiesto la riqualificazione del reato spiegando che la reazione del Mugnai era stata eccessiva e che i primi colpi erano partiti prima dell’offensiva verso la casa, già mentre l’albanese stava distruggendo le auto parcheggiate.

Una visione corroborata anche dai Ris di Parma ma confutata da un’altra perizia incaricata dalla difesa. A questo punto dopo le nuove indagini è stata fissata la nuova udienza preliminare. Il 14 di gennaio. Giorno in cui Mugnai potrà essere rinviato a giudizio. Se accadesse, sarebbero due le strade da percorrere, se si esclude il patteggiamento che non sembra nemmeno preso in considerazione. O la richiesta del rito abbreviato, come fatto nello scorso procedimento, o la strada del rito ordinario. Nel primo caso Mugnai rinuncia al dibattimento, il processo si basa sulle indagini dell’accusa (fatti salvi gli esami ammessi dal giudice) e così ottiene lo sconto di pena di un terzo in caso di condanna. Nel secondo caso Mugnai va in corte d’assise: davanti a due giudici togati e sei giudici popolari. Nel primo caso il procedimento si svolgerebbe a porte chiuse, nel secondo si celebrerebbe alla Vela (la parte nuova del tribunale), in un’aula aperta al pubblico.

"Rito abbreviato? Non ne abbiamo ancora parlato con i miei legali – ci conferma ieri lo stesso Mugnai – e non so nemmeno come sentirmi, non mi sono mai trovato davanti al giudice per nessun motivo, non so nemmeno come prepararmi. Emotivamente mi sento male: è morta una persona. Questo è il problema...".