GILBERTO MOSCONI
Cronaca

Il dolore della comunità di Alfero

Il bar che frequentava e gli amici che lo aspettavano: il racconto dei concittadini

Il bar che frequentava e gli amici che lo aspettavano: il racconto dei concittadini

Il bar che frequentava e gli amici che lo aspettavano: il racconto dei concittadini

VERGHERETO (Forlì-Cesena)

Ieri mattina la frazione Alfero di Verghereto, in provincia di Forlì-Cesena, si è svegliata ancora scioccata dalla tragedia che mercoledì 5 marzo ha colpito quella piccola comunità di meno di mille abitanti, incastonata nella conca tra il monte Fumaiolo e il monte Còmero.

Una comunità dove tutti si conoscono, una comunità ancora incredula che un figlio della sua terra sia stato portato via mentre era al lavoro, lontano da casa, ad Arezzo, in un cantiere condotto dalla Edil Balze di Verghereto. Una impresa di costruzioni conosciuta non soltanto nel territorio cesenate.

Una ditta qualificata con pluridecennale attività, con la sede distante non molti chilometri da Alfero, impegnata in importanti lavori oltre nell’edilizia privata anche per vari appalti di amministrazioni pubbliche.

Come in tutto il paese, sono ancora scioccati anche al Bar Barrio di Alfero, dove Alessandro Guerra, due figli e moglie, a volte si fermava con gli amici: "Sì, Alessandro passava anche qui da noi, in particolare quando il pomeriggio tornava dal lavoro, prima di andare a casa, qui in paese in Via Don Gino Saragoni – dice Jacopo Gabrielli, titolare del Bar Barrio ad Alfero – non passava quotidianamente, anche perché lavorava spesso fuori Alfero. Era una persona simpatica, stava volentieri in compagnia e stava volentieri anche allo scherzo. Non possiamo ancora credere che Alessandro non ci sia più. Io lo conoscevo già da tempo, anche perché sono andato a scuola con sua figlia Martina".

Nei piccoli paesi le brutte notizie fanno presto ad arrivare dappertutto. "Lo abbiamo saputo mercoledì mattina, verso mezzogiorno. Qui nel bar siamo rimasti tutti scioccati, increduli. È una cosa assurda quella di partire la mattina per andare al lavoro e non tornare più a casa. Tra le passioni che aveva vi era quella della caccia. E a volte prima di andare a caccia o anche dopo passava qui al bar coi suoi amici della squadra cacciatori".

Gilberto Mosconi