Chissà cosa direbbe l’architetto, pittore e primo storico dell’arte Giorgio Vasari se vedesse com’è messa la sua città 450 anni dopo aver lasciato questa terra. Il genio che progettò le mirabili logge di piazza Grande sarebbe orgoglioso della mostra al museo di piazza San Francesco, in cui c’è la Chimera di cui segnalò la magnificenza al granduca Cosimo I. Un po’ meno soddisfatto sarebbe per i cantieri infiniti e le numerose buche che troverebbe sulla sua strada. Arezzo ha due facce: una affascinante per i turisti alla vigilia della Città del Natale, l’altra deludente per gli aretini che ci vivono in mezzo ai lavori in corso. Più attenti alla guida che alla memoria di Vasari: per evitare buche e allagamenti, al volante c’è da diventare artisti. Come il grande Giorgio.
CronacaIl genio Giorgio e la città a due facce