Il giramondo del pallone. Cusin porta le Comore alla Coppa d’Africa: "Ora sogno il Mondiale"

Entusiasmo alle stelle nell’arcipelago per la preziosa qualificazione. Il tecnico: "Merito dei ragazzi e del gran lavoro di squadra". La dedica speciale ai figli e il prossimo obiettivo da raggiungere.

Il giramondo del pallone. Cusin porta le Comore alla Coppa d’Africa: "Ora sogno il Mondiale"

Stefano Cusin, 56 anni, dall’ottobre 2023 alla guida della nazionale delle Comore

di Matteo Marzotti

AREZZO

"Difficile descrivere a parole quello che sto provando. Un’emozione unica, qualcosa di meraviglioso pensando alle immagini dei tifosi scesi in piazza a festeggiare per questa qualificazione alla prossima Coppa d’Africa". Le parole sono quelle di Stefano Cusin, allenatore classe 1968, un vero e autentico globetrotter del pallone. Nato in Canada, ma residente da tempo in Valdichiana, a Castiglion Fiorentino, il nome di Cusin è legato ad una carriera come calciatore tra Francia e Svizzera, e poi a quella (attuale) di allenatore. Gli inizi tra Arezzo e Montevarchi e poi le prime esperienze in Africa, i primi risultati nel portare tattica prima ancora che agonismo in nazioni dove ci sono tanti giovani di belle speranze che aspettano l’occasione giusta, o magari qualcuno che creda nei loro mezzi. Camerun e Congo, Tripoli, l’esperienza nello staff di Zenga tra Arabia ed Emirati Arabi, al Wolverhampton e poi la Palestina, il Golfo Persico, come primo allenatore, passando quindi per la nazionale del Sudan del Sud per un biennio. E adesso le Comore. Tre isole, poco più di 730mila abitanti e una passione crescente per il calcio, complice l’impresa nella Coppa d’Africa 2021 arrivando fino agli ottavi di finale contro il Camerun. Ripetersi non è mai facile, ma Cusin, che dall’ottobre del 2023 guida la rappresentativa delle Comore, ha staccato intanto il pass per la prossima edizione della Coppa d’Africa in programma in Marocco nel dicembre 2025. "C’è una atmosfera fantastica - racconta il tecnico - ho visto il video del capo di Stato delle Comore mentre festeggiava insieme al suo staff. La capitale Moroni era invasa nelle strade dai festeggiamenti".

Lei ha un cammino invidiabile: in 12 partite ha totalizzato 7 vittorie, 4 pareggi e una sola sconfitta.

"Non è stata una passeggiata questa qualificazione perchè non avendo uno stadio a norma per disputare le gare di qualificazione alla Coppa d’Africa abbiamo sempre giocato fuori casa. In Costa d’Avorio e Marocco giusto per fare qualche esempio".

Tra i risultati che non passano inosservati quel successo contro la Tunisia.

"La nazionale che aveva battuto la Francia in Coppa del Mondo, una Tunisia che può vantare un ranking che la vede nelle prime 40 posizioni. Vincere quella partita lo scorso ottobre ci ha dato una fiducia immensa, maggiore convinzione nei nostri mezzi. E a proposito di ranking adesso siamo saliti di ben 22 posizioni".

Di chi il merito?

"Del lavoro di squadra. A partire dallo scouting che ci ha permesso di trovare calciatori ideali per il progetto, tanti ragazzi con il doppio passaporto che hanno accettato di giocare per le Comore. Ci sono calciatori che militano nelle serie B europee. Penso ad esempio a Rafiki Saïd, in gol contro il Gambia e che vanta estimatori anche nella serie A italiana. I risultati sono frutto di questo: attaccamento, lavoro sul campo, e voglia di far parte di questo gruppo. Dal primo all’ultimo componente".

Con lei in questa avventura c’è uno staff che parla italiano.

"C’è un altro aretino come Gian Luca Sorini con il quale collaboro da 12 anni. Oltre ad essere un grande preparatore atletico e allenatore in seconda è un amico nel vero senso della parola. Poi come collaboratore tecnico Giovanni Colella, con esperienze a Siena, Bassano, Vicenza, Rimini e Legnago. Come preparatore atletico Alessandro Pagani che ha lavorato nell’Inter e di recente nello staff di Pippo Inzaghi".

Questa qualificazione è un sogno?

"Era un traguardo che mi ero prefissato, che volevo raggiungere. Da marzo penseremo alle qualificazioni al Mondiale. Ad oggi siamo primi nel nostro girone e strappare un pass per la Coppa del Mondo sarebbe davvero un sogno".

Intanto c’è una dedica per la prossima partecipazione alla Coppa d’Africa?

"La dedica è per i miei due figli, Mirko che gioca a calcio come attaccante, e poi a Marco di cinque anni e mezzo. Sono la mia vita e mi supportano nonostante i periodi di lontananza".