REDAZIONE AREZZO

Il giramondo del pallone. Cusin riparte dalle Comore: "In Italia manca coraggio. Qui per crescere talenti"

Nuova avventura per il tecnico nato in Canada che vive a Castiglion Fiorentino. Dopo le esperienze con Camerun, Congo e Sudan del Sud un’altra sfida. Non solo commissario tecnico: seguirà da vicino anche le formazioni giovanili.

Il giramondo del pallone. Cusin riparte dalle Comore: "In Italia manca coraggio. Qui per crescere talenti"

di Matteo Marzotti

CASTIGLION FIORENTINO

In un mondo come quello del calcio di oggi in cui allenatori e calciatori fuggono dall’Europa in cerca di fortuna (ben remunerata), con particolare predilezione per la penisola araba, c’è chi ha fatto dell’esperienza all’estero un vero e proprio marchio di fabbrica. Stefano Cusin - classe 1968 nato a Montreal e residente a Castiglion Fiorentino - è uno dei globetrotter del pallone. Dai vivai di Arezzo e Montevarchi il passaggio all’under 20 del Camerun, quindi al Congo, passando per i campionati di Bulgaria, Libia, Arabia Saudita, all’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo come vice all’epoca di Zenga con cui ha lavorato al Wolverhampton, fino all’esperienza come direttore tecnico del Sudan del Sud e adesso la nuova avventura con la nazionale delle Comore, stato africano che si trova nell’Oceano Indiano al largo del Mozambico.

"Sono di ritorno in Italia - spiega Stefano - poche ore fa ho firmato il contratto e adesso mi metterò al lavoro in vista dell’esordio".

Quando sarà la prima partita?

"Giocheremo in Francia contro Capo Verde a metà ottobre, poi a metà novembre affronteremo il Ghana nelle qualificazioni per il Mondiale".

Qual è il livello tecnico dei calciatori delle Comore?

"Più alto di quello che si possa pensare. Nella Coppa d’Africa del 2021 alla loro prima partecipazione le Comore sono arrivate agli ottavi contro il Camerun. Tra infortuni e positività al Covid in porta fu schierato un terzino e ne venne fuori comunque una sconfitta di misura per 2-1. Tanti ragazzi giocano tra la serie A e la serie B in Europa, hanno la doppia nazionalità, quella delle Comore e quella francese. El Fardou Ben è il centravanti della nazionale, oggi gioca con l’Apoel Nicosia, è anche il miglior marcatore nella storia della Stella Rossa per farvi capire".

Sarà solo il commissario tecnico o avrà un ruolo più ampio?

"Come accaduto con il Sudan del Sud sarò il direttore tecnico quindi mi occuperò anche delle nazionali giovanili".

Come è stato accolto, come vivono il calcio alle Comore?

"Qui si vive molto bene, non c’è criminalità, sono isole a soli 20 minuti di aereo dalle Maldive. L’accoglienza è stata incredibile. Per loro il calcio è importante, basti pensare che quando la nazionale torna qui a giocare in strada ci sono migliaia di persona che cantano e ballano. La politica è molto vicina allo sport, lo considera un veicolo importante per far conoscere le isole".

Lei è abituato ormai ad essere un giramondo del pallone possibile che non abbia ricevuto offerte per allenare in Italia?

"Ho avuto contatti con club di serie B, c’erano i presupposti poi mi è stato detto che se mi prendevano c’era caso che dopo tre sconfitte la società poteva subire una contestazione. Io gli ho chiesto intanto perchè avrei dovuto perdere tre partite di fila. Purtroppo manca coraggio. Pensate a De Zerbi, o a Farioli giovanissimo tecnico toscano che allena il Nizza ed è nelle prime posizioni della classifica, in vantaggio sul Psg. Purtroppo manca il coraggio".