AREZZOIl 2024 che si appresta ad andare in archivio verrà ricordato non solo per essere stato il 50esimo anno di attività di Chimet, ma per essere stato anche l’anno del record dal punto di vista del fatturato: ben oltre i 6 miliardi di euro. Chimet archivia un 2024 di festeggiamenti, consolidamento e nuovi progetti per il futuro. Ma il 2024 - come spiegato anche dalla stessa azienda - è stato un anno particolarmente delicato a causa di una concatenazione di fattori tra incertezze geopolitiche, volatilità dei mercati finanziari, rialzo del prezzo dell’oro e delle materie prime ma, nonostante questo, l’azienda fondata nel 1974 da Sergio Squarcialupi e Vasco Morandi insieme alle famiglie Gori e Zucchi è riuscita a migliorare gli ottimi risultati dei precedenti esercizi.
La diversificazione di un’attività che spazia dal trattamento di tutti gli scarti industriali con metalli (compresi gli scarti elettronici da, ad esempio, cellulari e computer) fino alla produzione e al commercio di sali galvanici, catalizzatori e paste serigrafiche ha permesso a Chimet di consolidare un patrimonio di oltre 420 milioni di euro e raggiungere un fatturato record che ha oltrepassato i 6 miliardi di euro ponendola, di gran lunga, al primo posto in Italia nel settore.
Questa solidità è stata certificata nel corso dell’anno anche dal conferimento dell’Alta Onorificenza di Bilancio del premio Industria Felix rivolto alle realtà capaci di abbinare ottime performance gestionali e solidità finanziaria, con un’inchiesta sui bilanci di settecentomila società di capitali di cui un Comitato Scientifico ha individuato quelle maggiormente in grado di perseguire inventiva, benessere sociale e progresso economico.
Il 2024 è stato anche stato impreziosito anche da un rinnovato impegno sociale che ha visto Chimet con un ciclo di iniziative orientate soprattutto verso le giovani generazioni tra progetti, laboratori e concorsi che hanno coinvolto studenti di diverse età e di diversi istituti con l’obiettivo di sensibilizzare ed educare verso l’importanza strategica di recupero, rigenerazione e riutilizzo delle risorse.
Con uno dei più avanzati stabilimenti in Europa del settore, Chimet è ora proiettata verso un 2025 in cui sarà previsto un piano di investimenti orientati soprattutto all’alta tecnologia con la collaborazione con aziende innovative del panorama internazionale e al recupero e all’affinazione degli scarti delle lavorazioni industriali. Una particolare attenzione sarà rivolta alle cosiddette "materie prime critiche" alla base della transizione ecologica e dell’innovazione tecnologica per cui, a causa delle difficoltà di approvvigionamento, diventa fondamentale sviluppare il riutilizzo: lo sforzo dell’azienda sarà orientato anche verso i PGM, (platino, palladio, iridio o rutenio).
Un ulteriore investimento, infine, interesserà l’ampliamento degli impianti fotovoltaici di proprietà di Chimet per soddisfare internamente gran parte del fabbisogno energetico. "Lo sfruttamento di materiali e scarti a fine vita - spiega l’amministratore delegato Luca Benvenuti, - è uno dei modi per attestarsi in una posizione strategica per un Paese o per una comunità, come quella Europea, intrinsecamente povera di miniere e materie prime. A fare la differenza è sempre più una filiera di affinazione efficace, efficiente e rispettosa dell’ambiente, dunque è doveroso imparare a fare “refining” su tutto. Chimet, ad esempio, estrae i metalli del gruppo del platino da catalizzatori esausti, tra cui le marmitte delle auto. In Europa, nel 2021, circolava un parco auto di poco meno di 250 milioni di veicoli e possiamo stimare che entro il 2034 questo numero salga a circa 400 milioni, dunque abbiamo una miniera a disposizione solamente recuperando i metalli in circolazione. Queste sono le sfide che Chimet vuole vincere per un futuro di sostenibilità e continua crescita".
Matteo Marzotti