Arezzo, 23 settembre 2024 – Nel centenario dalla scomparsa di Giacomo Puccini, debutta ad Arezzo venerdì 27 settembre Il ‘nuovo’ “Gianni Schicchi”.
L’opera comica del celebre compositore toscano, rappresentata al Metropolitan di New York per la prima volta nel 1918, torna con una nuova produzione fortemente voluta dal Comune di Arezzo in collaborazione con Fondazione Guido d’Arezzo che si terrà al Teatro Petrarca alle ore 21.
Il ruolo del protagonista sarà interpretato dal baritono di fama internazionale Mario Cassi, che conduce l’intera operazione. Nel cast infatti anche i talenti del nuovo progetto “Le Stanze dell’Opera”, scuola di specializzazione per giovani cantanti lirici e musicisti che ha l’obiettivo di rendere il mondo dell’Opera accessibile a chiunque lo desideri.
La direzione d’orchestra è affidata al M° Fabrizio Maria Carminati che dirigerà l’ORT - Orchestra della Toscana; la regia, la drammaturgia e i costumi sono affidati a Manu Lalli, l’allestimento è realizzato da Venti Lucenti (da oltre 30 anni nella formazione, divulgazione e avvicinamento all'opera lirica dei più giovani) a cura di Marco Burberi, la scenografia di Daniele Leone e le luci di Giuseppe Filipponio.
Di particolare rilievo è la collaborazione con Confindustria FEDERORAFI, che avvicina così il mondo degli orafi a quello della lirica di Arezzo: infatti, per l’occasione, FEDERORAFI, che rappresenta le principali aziende produttrici italiane appartenenti al settore della gioielleria e dell’oreficeria, fornirà 60 monili provenienti da tutti i distretti orafi italiani.
Da Valenza Po a Milano, da Vicenza a Napoli, i preziosi sono composti sia da pezzi appartenenti a collezioni di musei aziendali, sia da pezzi più contemporanei e realizzati espressamente per questa occasione da giovani promesse dell’oreficeria che, sempre più, rappresentano il presente e il futuro del settore orafo che è leader a livello mondiale e dove Arezzo con le sue aziende ha un ruolo di primo piano.
“La messa in scena del “Gianni Schicchi” di Giacomo Puccini, - dichiara Alessandro Ghinelli, sindaco del comune di Arezzo - il nostro omaggio al grande compositore toscano nel centenario della sua scomparsa, è a suo modo un mirabile compendio di ciò che più fortemente caratterizza e identifica la nostra Città, ovvero il suo profondo legame con la musica, l’eccellenza della sua tradizione manifatturiera, l’impegno nella formazione dei giovani.
Provengono infatti dal percorso formativo de “Le stanze dell’opera” curato da Mario Cassi i protagonisti dell’atto unico pucciniano, sono per lo più frutto della creatività e della maestria dei nostri altrettanto giovani orafi, presente e futuro del settore, i gioielli di scena, e sono parte sostanziale del nostro dna il canto e la musica.
È significativo il successo ottenuto dalla nuova scuola di specializzazione per cantanti lirici e musicisti voluta dalla Fondazione “Guido d’Arezzo” le cui masterclass hanno visto, nel ruolo di docenti, artisti di fama nazionale e internazionale, e altrettanto lo è stato il coinvolgimento del mondo orafo che ha creduto in un progetto concreto che combina arte, cultura, formazione e promozione.
Ringrazio sentitamente tutti coloro i quali, a vario titolo, hanno reso possibile la realizzazione di questa rappresentazione, un vero e proprio regalo per la Città e per il suo Teatro”. “Confindustria FEDERORAFI è particolarmente orgogliosa di partecipare a questa iniziativa culturale della Fondazione Guido d’Arezzo - dichiara Egidio Chini, vice-presidente Confindustria FEDERORAFI con delega alla cultura e alla legalità - Non si tratta di un “semplice” patrocinio ma di un’operazione su larga scala, non fine a se stessa e di grande impatto.
La federazione nazionale ha infatti ideato l’operazione “Gianni Schicchi” nell’ambito di un progetto ampio e continuativo che vede coinvolte le aziende manifatturiere della gioielleria made in Italy e le Istituzioni a livello nazionale e locale per realizzare promozioni integrate finalizzate a valorizzare due eccellenze italiane riconosciute a livello mondiale: il gioiello e l’opera.
La rappresentazione al Teatro Petrarca è un’anteprima dell’evento che Confindustria FEDERORAFI, la Fondazione e Italian Exhibition Group realizzeranno durante Oroarezzo 2025 per i buyer internazionali che visiteranno la manifestazione fieristica. Seguiranno altre rappresentazioni dell’opera, soprattutto all’estero, che si stanno ipotizzando con il Ministero degli Affari Esteri e con Agenzia ICE.
Iniziative di questa rilevanza sono il contributo che l’imprenditoria deve dare come tangibile segnale di restituzione al territorio degli innegabili vantaggi materiali ed immateriali che un’impresa beneficia grazie alla possibilità di poter continuare ad intraprendere in territori così unici e stimolanti dal punto di vista culturale, sociale e professionale”.
Dichiara Mario Cassi: “Il progetto nasce nel settembre 2022, quando Fondazione Guido d’Arezzo mi chiese di pensare un progetto didattico per l’Opera, da realizzare nei bellissimi locali di Ca.Mu (Casa della Musica), un vero gioiello che provoca profonda ammirazione in chi visita Arezzo per la prima volta. Erano anni che mi accarezzava l’idea di realizzare ad Arezzo una Casa per l’Opera, un progetto che allo stesso tempo desse a tanti giovani, provenienti da tutte le parti del mondo la possibilità di perfezionarsi insieme a grandi docenti (figure di livello internazionale e offrisse alla città una stagione lirica, che manca ahimè da troppo tempo.
Al progetto hanno aderito con entusiasmo docenti internazionali che da marzo scorso hanno cominciato a lavorare su un gruppo sempre più consistente di allievi provenienti da tutte le parti del mondo, dallo Sri Lanka all’Argentina, nonché da varie regioni d’Europa.
Non è mancato l’appoggio concreto di un gruppo di mecenati aretini che hanno accompagnato i nostri giovani nel loro percorso, sostenendoli economicamente, venendo periodicamente ad ascoltarli, in quello che alla fine si è rivelato essere uno scambio proficuo di energie e idee”. “Questo Gianni Schicchi, con la preziosa partecipazione di Manu Lalli alla Regia, e del Maestro Fabrizio Maria Carminati alla direzione dell’Orchestra della Toscana, e con in scena i gioielli dell’Arte Orafa italiana, rappresenta il frutto più bello di questo primo anno di corsi e laboratori, e il fatto che sulla scena insieme a me ci siano ben 9 dei nostri allievi è il nostro più grande successo.
Una menzione speciale per i nostri meravigliosi Donors che hanno incontrato i giovani e li hanno premiato con la loro generosità. Essi hanno portato ai giovani oltre al sostegno economico la loro esperienza umana e professionale, motivandoli e incoraggiandoli a seguire le loro passioni sotto una guida esperta per dare ad ognuno di loro la possibilità di esprimersi e di capire meglio le proprie capacità, e per affrontare il palcoscenico più difficile, quello della vita”, conclude.
Gli allievi de “Le stanze dell’opera” che prenderanno parte alla messa in scena e che sono stati selezionati dopo un workshop finalizzato alla realizzazione di “Gianni Schicchi” che si è svolto dal 27 agosto al 2 settembre 2024 ad Arezzo sono: Joachim Coffinier-Barry nel ruolo di Maestro Spinelloccio e Messer Amantio Di Nicolao, Joaquín Cangemi nel ruolo di Gherardo, Gesua Gallifoco nel ruolo di Lauretta, Elizabeth Madama/Stefania Paddeu nel ruolo di Nella, Virginia Moretti nel ruolo di Ciesca, Kwangsik Park nel ruolo di Simone, Francesco Rafanelli nel ruolo di Marco, Elisabetta Ricci nel ruolo di Zita, Diego Savini nel ruolo di Betto. Ad affiancarli, Lorenzo Martelli che interpreterà Rinuccio, Lorenzo Martinuzzi nel ruolo di Pinellino, Marco Bredemeier nel ruolo di Guccio, Marco Burberi nel ruolo di Buoso Donati e Sara Lucherini nel ruolo di Gherardino.
“Gianni Schicchi è un affresco scanzonato e disincantato delle miserie umane - commenta la regista Manu Lalli riguardo alle note di regia - ognuno dei protagonisti, dal più piccolo al più maestoso, rappresenta infatti un ‘carattere’. Il vile, il pavido, l’appassionato, l’arrogante, la timida, la bella, l’avida piena di pregiudizi, l’intrigante e l’ingenuo. Il pubblico guarda come in uno specchio le proprie caratteristiche, e alle volte vi si riconosce.
Ogni volta che è messa in scena, l’opera muta, cresce, si rinnova con la presenza, la voce, il sudore, il corpo di coloro che la interpretano e che la vivono sul palcoscenico come se fosse la prima volta. Con nuove interpretazioni e nuovi spunti per raccontarla, scovando cose che, forse, erano rimaste in ombra fino ad allora. E ognuna di queste interpretazioni ha un valore, una ragione.
Una nuova verità. Puccini si è sempre occupato delle piccole cose, non degli eroi, non dei grandi, ma delle persone comuni, dei bohémiens, degli umili, dei sognatori, dei perdenti. Ma ha parlato sempre della loro intimità, dei loro fallimenti, delle loro speranze. Dei loro sogni. È questo che fa di Gianni Schicchi un capolavoro. Un grande affresco pieno di simboli che come tali possono essere interpretati per tentare di spiegare il nostro vivere presente”.