Arezzo, 26 novembre 2022 - “Posso venire a giocare con voi?". Sono le prime parole del nuovo vescovo di Arezzo Cortona e Sansepolcro Andrea Migliavacca rivolte ai bambini dell’istituto Medaglia miracolosa di Viciomaggio tappa iniziale della giornata di insediamento nella diocesi aretina. A seguire il vescovo ha incontrato i detenuti del carcere di Arezzo e poi i ragazzi dell’oratorio di Saione, quartiere dove la presenza di stranieri è più forte che altrove e dove l’integrazione non è stata sempre semplice, tappa fortemente voluta dal nuovo vescovo. “Sono qui per seguire i giovani, voglio imparare da voi come avere un mondo migliore, perché sia una chiesa più vera. Mi metto in cammino con voi, entro in Diocesi con voi”. Ha detto per poi proseguire il viaggio in mezzo alla gente che affollava la Città del Natale insieme agli scout in un fuoriprogramma concluso con un caffè in un locale del centro.
Alle 16.30 l’arrivo in Comune dove ad attenderlo c’era il sindaco Alessandro Ghinelli, che gli ha dato il benvenuto di una comunità "laboriosa e fiera", raggiunto poi dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Qui Andrea Migliavacca ha ricordato le priorità del suo pontificato: ambiente, lavoro, famiglia, volontariato. In Cattedrale erano circa duemila le persone presenti, tra cui i cardinali Giuseppe Betori, arcivescovo Metropolita di Firenze, Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve e il centenario Ernst Simoni, diacono di Santa Maria della Scala, oltre che a numerosi vescovi provenienti principalmente dalla Toscana e da altri luoghi tra cui i vescovi di Pavia, Lodi, Vicenza e Gorizia, al clero nel suo insieme oltre a fedeli provenienti da ogni angolo della diocesi, dalla Lombardia terra di origine di Migliavacca, ( presenti la madre Chiara, menzionata dell’omelia, la zia e la sorella), da San Miniato diocesi che continuerà ad amministrare per il tempo necessario alla nomina del nuovo vescovo.
“Vorrei vivere in mezzo a voi cercando la vita, promuoverla anche nelle povertà, nelle fragilità, nel peccato, nelle diversità. L’Avvento un tempo in cui chiedere al Signore che non aggiunga giorni alla nostra vita, ma vita ai nostri giorni” - ha detto nell’omelia che ha voluto concludere con un’immagine evocativa, per interpretare il suo essere partito dalla Lombardia, terra di origine, per approdare in Toscana. Il riferimento è ad un film dei fratelli Taviani, originari di San Miniato. “Il film mostra la scena di un bimbo in auto e guardando dal finestrino, chiede: ‘Cos’è quella luce là in fondo?’. ‘La Toscana’, gli viene risposto. Cari amici, mi immagino su quell’auto. Anche io posso dire come quel bimbo: Cos’è quella luce là in fondo? E sento l’eco della risposta che mi dice… ‘È la Toscana’, dove sono vescovo, e per me anche San Miniato che è stato luce che mi ha accolto e ora… Arezzo. Cos’è quella luce là in fondo? La voce mi dice chiara…ora…: Arezzo”. Fortissimo l’applauso con cui la messa si è conclusa.