REDAZIONE AREZZO

Il padre di Martina: "Non sono riusciti a farle male di nuovo". Difese: errore giudiziario

Bruno Rossi soddisfatto della sentenza. "Ma tre anni se provochi la morte di una ragazza non sono proporzionati". "Se non fossimo stati economicamente bene non avremmo retto"

Bruno Rossi e Franca Murialdo

Bruno Rossi e Franca Murialdo

Arezzo, 28 aprile 2021 - «Dicono che il sole vada ai belli ma oggi è andato anche ai giusti. Questa è la fine di un tentativo di fare del nuovo male a Martina. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Il mio primo pensiero è andato a lei, ai suoi valori, a lei che non ha fatto niente e ha perso la vita».

Così Bruno Rossi, padre della ventenne genovese Martina Rossi morta precipitando dal balcone di un albergo a Palma di Maiorca (Spagna) il 3 agosto 2011 per sfuggire a un tentativo di stupro, commenta la sentenza bis della corte di appello di Firenze. La corte ha condannato a 3 anni ciascuno gli imputati Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi

Bruno Rossi lo ha detto proprio mentre dopo la lettura della sentenza è tornato il sole su Firenze dopo una mattinata di pioggia e cielo plumbeo. I due imputati «hanno avuto tre anni di prigione per aver fatto male a Martina. Occorre rivedere il rapporto fra giustizia e pena», ha anche detto Bruno Rossi, inoltre «le donne devono essere più tutelate». Per il padre di Martina «in questi processi chi ci rimette sono sempre i poveri. Se non fossimo stati economicamente all'altezza, non avremmo potuto fare un processo lungo 10 anni»

"Il mio primo pensiero e' andato a Martina e ai suoi valori, a lei che non ha fatto niente e ha perso la vita". Cosi' Bruno Rossi ha commentato la sentenza di condanna per la morte della figlia. Soddisfazione anche da parte di Stefano Savi, legale della famiglia: "Esprimo soddisfazione per il provvedimento emesso dalla Corte d'appello, in linea con la sentenza di condanna di primo grado e con il pronunciamento della Cassazione e al tempo stesso in linea con la realta' dei fatti. E' stata riconosciuta la colpevolezza piena degli imputati".

Aria diversa dalla parte delle difese. «Aspettiamo le motivazioni - ha detto in serata l'avvocato Stefano Buricchi - però riteniamo questa sentenza un gravissimo errore giudiziario fatto in primo grado e perpetuato in appello. I giudici erano stati coraggiosi nel primo appello ad assolvere perché il fatto non sussiste. Ora in questo caso critichiamo fortemente questo verdetto».

Luca Vanneschi si è detto molto amareggiato con le persone a lui vicine, anche per il clima creatosi intorno a lui e ad Albertoni. «Vanneschi ha visto che abbiamo dato tutto per la difesa - ha proseguito l'avvocato - si è sempre professato innocente e per questo è davvero distrutto. Ripeto, vedremo con le motivazioni e poi combatteremo in Cassazione. Resta l'amarezza di un processo in cui non sono stati presi in considerazione testimonianze e fatti che potevano essere determinanti».