Arezzo, 5 dicembre 2020 - Il paradosso dei paradossi abita a Subbiano e a Capolona, due paesi che di fatto sono uno solo ma che a dividerli ci sono un confine strambo e un referendum sull’unificazione andato a ramengo. Resta così una popolosa parte di subbianesi che risulta residente nel comune di Capolona con l’ideale linea di separazione esattamente posta a metà del ponte sull’Arno.
Linea teorica e a tal proposito spesso si rammenta un episodio avvenuto anni or sono quando l’amministrazione capolonese ebbe l’ingrata idea di segnare il confine con un cartello in mezzo al ponte indicante appunto l’ingresso nel suo territorio comunale. Quel cartello volò nottetempo sul greto del fiume e da allora nessuno per molto tempo si azzardò più a violare i sentimenti di chi abita dalla parte della stazione.
Lo fece invece molto più di recente l’allora sindaco di Capolona Alberto Ciolfi che sfortunatamente per lui partorì l’dea di cambiare il nome alla strada intitolata Via della Stazione di Subbiano. Risultato? Sollevazione popolare, petizione al prefetto (respinta) e punizione alle successive elezioni: in quella zona Ciolfi raccattò poco e il comune passò dalla sinistra a una lista di centrodestra.
La lunga premessa serve a capire l’ultimo paradosso che vale peraltro, sul fronte inverso, anche per gli abitati di Pontecaliano e Castelnuovo, gravitanti anima e corpo su Capolona ma amministrativamente appartenenti all’altro comune.
Lo scherzo del confine farlocco in tempi normali scivola via senza che nessuno se ne accorga. Diventa però molto più cogente con i divieti imposti dalla pandemia: così con la zona rossa nessuno potrebbe attraversare i due ponti sull’Arno (uno a Subbiano e un secondo a Capolona) a meno di non avere un motivo valido per farlo.
E la cosa si riproproporrà, anche a colore cambiato, il giorno di Natale, il 26 e per Capodanno. Chi abita dalla parte della stazione non potrà visitare il congiunto che sta oltre il ponte; né potrà attraversare l’Arno chi vive nel Comune di Subbiano. Lo stesso accadrà a Capolona, al massimo il fratello o la mamma che abitano a Pontecaliano si potranno salutare con la mano mai però oltrepassando la metà del ponte. E dite voi se questo non è un paradosso.