SALVATORE MANNINO
Cronaca

Il partigiano "Cisco", morto con la Osoppo

Livio Conti era di Rigutino ma combattè in Friuli con la Brigata della strage di Porzus. Fucilato dai tedeschi il 29 aprile 1945, a guerra finita

Migration

di Salvatore Mannino

La sua è una delle tante storie di partigiani sconosciuti che hanno perso la vita nella guerra di liberazione di cui oggi si festeggia l’insurrezione finale, anche se il suo paese, Rigutino, ne ha sempre serbato gelosamente la memoria. Un altro dei canali carsici della Resistenza, del tutto eccentrico rispetto ai caduti aretini, perchè Livio Conti, 19 anni, appena, andò a morire a San Giorgio di Nogaro, in Friuli, il 29 aprile 1945, quando ad Arezzo la guerra era già finita da quasi un anno e si pensava alla ricostruzione, quattro giorni dopo la proclamazione dell’insurrezione da parte del Cln Alta Italia, 24 ore dopo la fucilazione di Mussolini a Dongo. Da membro orgoglioso della Brigata Osoppo, le unità partigiane del Nord-est in cui erano confluiti autonomi e tutti i partiti non comunisti, ostinatamente divisa dalle divisioni Garibaldi che agivano per ordine del Pci e soprattutto del IX Corpus titino, ancora comunista a tutti gli effetti.

Conti era nato a Rigutino nel 1925, da famiglia evidentemente non agiata, visto che i suoi emigrarono in Francia, a Marsiglia. Era la strada del pane, quella di chi provava a sfuggire alla miseria, dalla quale Livio tornò indietro nel 1940, a 15 anni, per studiare nel suo paese natale, ospite degli zii. Per alcuni anni se ne perdone le tracce, finchè non lo ritroviamo in Friuli, a Torviscosa, provincia di Udine, come "guardia" (una sorta di vigilante) dell’Agenzia V (fattoria) della Saici, grande azienda della cellulosa.

E’ lì che il giovane Conti si avvicina alle formazioni partigiane della Osoppo, nel giugno 1944, quando la breve parabola della Resistenza aretina, che per fortuna della provincia si esaurisce in meno di un anno con l’arrivo degli Alleati, sta per concludersi. Non sappiamo il suo orientamento politico ma è presumibile che non fosse comunista, perchè altrimenti avrebbe scelto le divisioni Garibaldi. Una distinzione, quella fra Osoppani e garibaldini che non è solo ideologica. Su quella infatti si innesta la differenza geopolitica, con i titini che aspirano apertamente ad annettere Trieste e buona parte della Venezia Giulia, in una Jugoslavia comunista. Il Pci locale si divide ma prevale la linea filo-Tito, avallata anche da Togliatti, cui si dovrà la famosa proposta: Gorizia italiana e Trieste slava.

E’ in questo complesso orizzonte di confine che si innesta la celeberrima strage di Porzus, con i garibaldini del comandante comunista "Giacca", Mario Toffanin, morto centenario da poco e mai pentito, che massacrano il 9 febbraio 1945 un reparto di osoppani, fra i quali il comandante Francesco De Gregori (zio del cantautore) e Guido Pasolini, fratello del poeta, molto legato anche ad Arezzo.

Livio Conti combatte più lontano dal confine, nel Friuli centrale. E’ coraggioso, il suo celebre comandante, Giovanni Ardigò Della Pozza ("Dick") lo inserisce in un commando di nove audaci per le missioni più rischiose. Il 28 aprile, i partigiani di "Cisco" (Conti) chiedono la resa di un reparto tedesco che rifiuta. Si combatte, gli osoppani hanno la peggio, Cisco viene catturato insieme a un compagno e fucilato all’alba del 29 fuori dal cimitero di San Giorgio. Il corpo viene riportato a Torviscosa, dove gli dedicano funerali solenni. L’anno dopo gli zii riusciranno a farlo traslare a Rigutino, nel cui cimitero è ricordato da una stele. Lì, stamani, si svolgerà una cerimonia organizzata dal comitato presieduto da parroco. Un altro fiore dei partigiani (Bella ciao) morti per la libertà.