FEDERICO D’ASCOLI
Cronaca

Il principe alla Verna. Alberto ricorda Grace e parla di ambiente. È una visita blindata

Il regnante di Monaco nel pomeriggio nel santuario dove era stata anche la madre nel 1968. Sarà ricevuto dal padre guardiano Fineschi. L’intenso momento di riflessione in un luogo di pace e meditazione.

Il principe alla Verna. Alberto ricorda Grace e parla di ambiente. È una visita blindata

Albert Alexandre Louis Pierre Grimaldi, 66 anni, è il principe di Monaco dal. 2005

Sarà una visita blindata, come si conviene a un principe regnante. La presenza di Alberto di Monaco al santuario della Verna è in forma strettamente privata: di certo sarà accolto al suo arrivo da padre Guido Fineschi, guardiano del santuario.

Sarà però una stretta di mano al riparo da taccuini e telecamere: solo dopo le 16.30 il sovrano monegasco incontrerà la stampa nel refettorio dei frati, rispondendo solo a domande attinenti alla visita.

Alberto Grimaldi farà prima un tour del santuario e dell’archivio storico che custodisce la documentazione del passaggio in questi luoghi della principessa Grace nel 1968 insieme alla sua sorella maggiore Carolina che aveva 11 anni ed aveva fatto un campeggio estivo in Casentino.

Fin dal primo discorso rivolto ai sudditi, il principe Alberto chiarì i suoi obiettivi primari: pace, etica, ambiente, carità, tutti ambiti che ha iniziato sin da subito a sviluppare, in particolare a difesa della natura, da quella del mare a quella dei ghiacciai, contro ogni forma di inquinamento ambientale.

Uno dei momenti indimenticabili di questi anni è stata la visita ufficiale del capo di uno stato così importante come quello cinese: la visita di Xi Jinping. Nota a tutti la grande passione del Principe per lo sport, una passione che adesso trova finalmente sfogo nel tifo per l’esponente di maggior spicco del suo Principato, quel Charles Leclerc destinato a diventare il pilota di punta della Ferrari, altro grande amore di Alberto II di Monaco.

"Siamo piccoli e per la nostra essenza e peculiarità al di fuori di una politica di potenza, ma orgogliosi della nostra identità mediterranea", aveva detto qualche tempo fa Claude Giordan al giornale La Stampa da ambasciatore di Monaco presso la Santa Sede. "La pace e il dialogo sono il nostro credo e cerchiamo di dare un grande apporto alla cooperazione umanitaria".

"Nella notte tra l’8 e il 9 gennaio del 1297, un uomo vestito con il saio dei francescani giunge al posto di guardia della fortezza che i genovesi hanno costruito sulla Rocca di Monaco ottant’anni prima. Domanda asilo per la notte. Appena riesce ad entrare, sguaina una spada da sotto la veste e mette fuori combattimento le sentinelle. Francesco Grimaldi si impadronisce del castello di Monaco. Sette secoli più tardi, la sua famiglia regna ancora sul Principato". Così lo storico francese Alain Decaux racconta come ebbero inizio i 720 anni che legano la famiglia dei Grimaldi al Principato di Monaco.

Da allora la dinastia regna su Monaco e dalla fine dell’800 i sovrani monegaschi hanno messo al servizio della pace la propria neutralità diplomatica, rivolgendo alla protezione dell’ambiente e alla ricerca scientifica il loro contributo alla comunità internazionale.

Domani mattina Alberto di Monaco sarà a Rondine per incontrare i giovani di popoli in conflitto dello studentato internazionale. L’ultimo atto di una due giorni tra pace e ambiente.