LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Il Pronto soccorso è sotto assedio. Influenza, ricoverati anche giovani

Oltre duecento accessi al giorno nell’hub dell’emergenza: superlavoro e reparti a corto di posti letto. Zanobetti: "Facciamo il massimo, situazione complessa in tutte le strutture dell’area aretina". Il quadro. .

Il Pronto soccorso è sotto assedio. Influenza, ricoverati anche giovani

Il Pronto soccorso è sotto assedio. Influenza, ricoverati anche giovani

Nel quartier generale dell’emergenza entrano 220 persone al giorno. Così dal 21 dicembre, quando al San Donato è suonata la sirena che segnala l’assalto al Pronto soccorso. Sirena che, per la verità, nelle sale dove medici e infermieri si prendono cura di persone destinate al ricovero e pure di quelle che potrebbero cavarsela con un consulto nell’ambulatorio del dottore di famiglia, non smette mai di sibilare. Ma l’incrocio perverso tra influenza, Covid e una sequela di virus e batteri che circolano in questo periodo, sottopone l’hub dell’emergenza a uno stress costante, coi reparti ormai a corto di letti disponibili: in corsia si cerca di far fronte alla mole di richieste sfruttando ogni spazio possibile. Medici, infermieri e dirigenti dell’ospedale sono allenati alle necessità, perfino a quelle più impegnative, Covid docet. Ma è chiaro che in questa fase, la pressione sull’ospedale (e non solo) è alta. "La situazione in tutta l’area aretina è molto complessa e riguarda le strutture sanitarie del Valdarno e di Bibbiena, di Sansepolcro e Cortona. È chiaro che il San Donato, essendo ospedale-hub in cui si accentrano la maggiorparte delle patologie più critiche, soffre di più, con tantissimi casi di crisi respiratorie", spiega Maurizio Zanobetti, al timone del Pronto Soccorso, impegnato in una doppia navigazione: cura dei pazienti e organizzazione del lavoro in ambiente ristretto per via degli interventi di ristrutturazione che nei prossimi mesi restituiranno agli aretini un Pronto soccorso nuovo di zecca e dotato di macchinari e tecnologiche all’avanguardia. Per ora, si fa di necessità virtù.

L’emergenza di stagione, resta "l’influenza nel 90 per cento dei pazienti che vengono ricoverati. Si tratta prevalentemente di polmoniti; poi ci sono casi di Covid in numeri decisamente minori che fanno il paio con quelli delle infezioni alle vie respiratore causate da batteri che adesso sono in giro", osserva Zanobetti. Eppure, dal 21 dicembre ad oggi, c’è una novità che, probabilmente, indica un cambio di passo del contagio stagionale: "Abbiamo registrato casi di giovani tra i 30 e i 40 anni arrivati da noi con l’influenza e poi ricoverati", rileva Zanobetti. Quasi un’avvertenza, la sua, a non sottovalutare la patologia e a prendere in tempo le contromisure, prima di prendere la via del Pronto soccorso.

Se gli accessi si sono stabilizzati sopra quota duecento al giorno, c’è un altro fronte che impatta, e non poco, nel già complesso equilibrio del Pronto Soccorso: "Ieri abbiamo avuto 32 pazienti in boarding, da gestire. Si tratta di persone che hanno concluso il percorso di accertamento e diagnosi in Pronto soccorso e sono destinate o al ricovero nei reparti dell’ospedale oppure al rientro a casa. Dei 32 pazienti di ieri, ben 1 8 erano destinati ai reparti ma in attesa di un posto letto. Gli altri pazienti, non autosufficienti e quindi con la necessità di essere accompagnati a casa dai mezzi di soccorso, sono rimasti da noi in attesa del rientro. Tutto questo ha caricato di ulteriore lavoro il nostro hub perchè le persone che qui hanno atteso, sono state seguite e assistite dal nostro personale, nel frattempo impegnato anche sugli altri casi, quelli di pazienti in condizioni più critiche".

Un surplus di lavoro al quale i professionisti del Pronto soccorso sono abituati e riescono a gestire, pure se tra mille difficoltà. Tuttavia, il sovraffollamento resta uno dei nodi che in queste settimane medici e infermieri provano a sciogliere. "Facciamo il massimo nelle nostre potenzialità, lavorando anche in ambienti più ristretti a fronte dei lavori che poi restituiranno alla città un hub nuovo e tecnologicamente avanzato. Chiediamo agli aretini di condividere la pazienza".