
di Luca Amodio
"Sindaco, ti dico grazie grazie grazie: mi hai fatto il regalo più bello di tutti". Esordisce così, con toni pimpanti e affettuosi, Roberto Benigni. Dall’altra parte della cornetta Mario Agnelli, che qualche giorno fa mentre era in bici vede sul suo smartphone la chiamata con numero sconosciuto. "Di solito non rispondo - dice - e invece sono stati 2 o 3 minuti di conversazione con Benigni". Ma qual è il dono così apprezzato dal Robertone Nazionale? No, non è una chianina e nemmeno l’olio nuovo delle campagne della Val di Chio. Ben altro. "Dopo la nostra prima chiacchierata - racconta Agnelli - quando Benigni chiamò per gli auguri fatti per il settantesimo compleanno, ho preso io l’iniziativa di andare a leggere l’atto di nascita di Roberto e di far arrivare quelle informazioni anagrafiche direttamente a casa sua: pensavo gli facessero piacere e così è stato. Si è commosso ricordando i luoghi della sua infanzia e le frazioni d’origine dei suoi genitori".
Un piccolo ma grande regalo per chi ha finalmente potuto apprezzare alcune pillole relative ai suoi primi giorni di vita. Ed è così che Benigni ha scoperto che il 5 novembre alle 9.30 il babbo Luigi, di fu Remigio, agricoltore trentatreenne, va a denunciare la nascita del figlio, rivolgendosi all’ufficio anagrafe di Castiglion Fiorentino alla presenza dei testimoni e dell’ufficiale dello stato civile. Come funzionava un tempo: ben 8 giorni dopo la sua nascita effettiva, datata 27 ottobre 1952 alle ore tredici. Quel giorno nella frazione di Manciano La Misericordia, Isolina Papini mise al mondo un bambino che sarebbe diventato il protagonista de La vita è bella e che il 26 dicembre 1991 si sposerà con Nicoletta Braschi a Cesena, come riportato anche nei documenti di Castiglion Fiorentino, dove il "contratto matrimoniale" verrà registrato l’anno dopo. Insomma, dopo qualche frecciatina negli anni passati in cui Agnelli punzecchiava il premio oscar per il suo assenteismo dalla sua terra natale, ormai il dialogo pare aperto. Anzi, addirittura benedetto. Sì, nel nome di Vittorio Sgarbi. Il neo sottosegretario alla cultura in uno dei suoi blitz notturni a Castiglion Fiorentino aveva ascoltato a tutte orecchie i contenuti di quella (prima) chiamata tra il sindaco e l’attore, sentenziando poi, con tono amichevole: "A questo punto, la statua di Benigni non la si abbatte - come propose tempo fa - anzi se ne fa costruite un’altra per la moglie Nicoletta Braschi che lo ha sopportato per tutto questo tempo".
I colloqui sono ripartiti, ma come dice spesso un altro ospite del borgo della torre del Cassero, "non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco". E infatti il mattatore della Divina Commedia era stato sincero e limpido con il primo cittadino. "Sindaco, amo Castiglion Fiorentino e se non sono mai venuto a far visita è solo per il mio carattere: non faccio promesse ma se dovessi passare anche solo per un caffè glielo farò sapere".