SOFIA ZUPPA
Cronaca

Il Saracino sulla pelle: i costumi fanno la storia

A trent’anni dall’ultimo rinnovamento il punto con la presidente del Consiglio di Giostra Martina Municchi: "Serve un rinnovamento"

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di Sofia Zuppa

Scenografici, colorati, frutto di un lavoro accurato di costumisti esperti, fatti di dettagli preziosi e ricercati. Sono i costumi della Giostra del Saracino. Dietro a questi tessuti abilmente intrecciati c’è un mondo fatto di cura e di dettaglio, di persone appassionate e dedite alla loro conservazione e c’è la consapevolezza che si tratti di un patrimonio storico unico al mondo. I costumi, circa settanta per ogni quartiere, hanno raggiunto ormai i trent’anni di età, infatti sono gli stessi che furono creati dall’Istituto d’Arte di Arezzo nel 1992. Tutti i quartieri sottolineano la necessità di rinnovarli: "I costumi attuali sono logorati dal tempo, dal sudore, dagli agenti atmosferici: devono essere cambiati" afferma Martina Municchi, presidente del Consiglio di Giostra. Dello stesso avviso Saverio Crestini, aiuto regista di Porta Sant’Andrea: "Bisogna considerare che il nostro quartiere ha come colore il bianco che purtroppo è più soggetto a sporcarsi, rovinarsi o scolorirsi". Certo è che a oggi l’attenzione alla manutenzione dei costumi è sicuramente più elevata rispetto al passato. Basti pensare, come ci racconta Roberto Turchi, addetto al museo di Porta Santo Spirito, che qui sia presente un vero e proprio staff costumi, composto da una decina di persone che si occupa proprio del loro mantenimento: "C’è più interesse nel preservare questi capolavori e la creazione dello staff lo conferma". Ma non solo, a Porta Sant’Andrea è presente una Commissione culto e costumi che si occupa della gestione dei costumi del quartiere, così come in ogni quartiere è presente un responsabile dei costumi e un gruppo di riferimento. Anche secondo Saverio Crestini "C’è una maggiore attenzione al settore e lo dimostra il fatto che ci sono persone e gruppi che si occupano di questo". Ma non tutti la pensano allo stesso modo. Secondo Roberto Doro, supervisore dei costumi del quartiere di Porta del Foro, i costumi, per alcuni aspetti, non sono trattati meglio di una volta "Non c’è troppo rispetto, è successo più volte di trovare pezzi sparsi per la piazza a seguito di una Giostra e dispiace perché sono pezzi importanti che hanno bisogno di interventi continui. Chi li indossa deve portargli rispetto perché è come indossare un’opera d’arte".

È d’accordo Moreno Ciolfi, addetto del Museo di Porta Crucifera, che definisce i costumi "Un patrimonio a livello mondiale". Insomma, se ancora possiamo osservarli nella loro bellezza è in gran parte merito dei quartieri: "Il contributo dei quartieri è stato fondamentale per mantenere i costumi" continua Martina Municchi. Ma nessuno nega che un rifacimento totale sarebbe più che necessario.