LUCA AMODIO
Cronaca

Il silenzio di chi ha perso tutto. Le mogli in aula per le vittime

Seguono assorte l’udienza poi escono. Si incrociano solo i commenti degli avvocati

Seguono assorte l’udienza poi escono. Si incrociano solo i commenti degli avvocati

Seguono assorte l’udienza poi escono. Si incrociano solo i commenti degli avvocati

La signora Luglioli ascolta attenta le due ore di requisitoria. Quando finisce le udienze esce dall’aula e va dritta verso l’uscita. Lei è la vedova di Piero Bruni, uno dei due dipendenti che morì asfissiato dall’argon il 20 settembre del 2018. Con lui c’era anche Filippo Bagni.

Accanto a lei siede l’avvocato di parte civile Piero Melani Graverini che, dopo la requisitoria, sintetizza un po’ lo stato d’animo dei parenti delle vittime: "Aspettano da anni di essere risarciti, è una legittima aspettativa, poi la giustizia farà il suo corso: il giudice accerterà di chi sono le responsabilità, noi abbiamo un altro ruolo come parti civili". E come parti civili prenderanno parola il prossimo 20 febbraio, che è l’udienza immediatamente successiva a questa in calendario. E poi si va avanti, via via, fino le arringhe dei difensori.

Sono attese a marzo, prima delle eventuali repliche ad aprile. Ma intanto alcuni degli avvocati degli undici imputati hanno qualcosa da dire. "Il pubblico ministero è partito da richieste di pene piuttosto basse e miti, poi ci sono state anche le attenuanti", commenta Simone de Fraja che difende l’ex direttore Saviotti. "L’impianto accusatorio? Non tutte le cose sono precise, ci sono delle lacune. Adesso vedremo come difesa quello che è possibile fare. Ognuno fa il suo lavoro, sicuramente è stato un lavorone anche per il pubblico ministero". Saviotti che ha sempre detto, e continua a dire, che non era a conoscenza dei problemi: "Si dichiara estraneo e innocente", ribadisce ancora De Fraja. E anche la collega Vincenza Saltarelli che difende Antonella D’Agostino aggiunge: "Accuse labili, vedremo nelle nostre arringhe come possiamo sopperire ai vuoti fatti alle consulenze. In questi anni hanno pensato più volte ai loro colleghi e hanno pensato che ci sarebbero potuti essere loro. La mia assistita aveva una laurea in lettere come poteva agire sul profilo tecnico? Lo ha fatto affidandosi a ditte esterne che si occupassero dall’aspetto tecnico".