Una parete divide i due grandi maestri del Rinascimento Piero della Francesca e Giorgio Vasari. Mai così vicini, nel luoghi che ne custodiscono i capolavori. Piero, con gli affreschi del ciclo della Vera Croce nella basilica di San Francesco e Vasari con la summa delle opere più importanti nella Galleria d’arte contemporanea e moderna. I capolavori sono arrivati qui dal Metropolitan Museum di New York, dal Louvre, dagli Uffizi e da preziose collezioni private per la mostra internazionale che da oggi al 2 febbraio svela tesori riuniti per la prima volta.
"Una mostra irripetibile, per ammirare queste opere tutte insieme. Non capiterà più, per molto tempo", dice Cristina Acidini curatrice della mostra “Vasari. Il teatro delle virtù“ attraverso la quale Arezzo celebra i 450 anni dalla morte dell’artista.
Le sale della Galleria in piazza San Francesco sono il fulcro degli eventi dell’anno vasariano ma da qui si dipana un percorso che tocca la chiesa di Sant’Ignazio, dove sono esposte quattro imponenti pale d’altare alte fino a quattro metri, le gallerie statali (il museo medievale e il museo archeologico), l’Archivio di Stato, le chiese dove Vasari ha lasciato il suo segno.
Il fil rouge è un viaggio dentro un artista poliedrico: architetto, pittore, letterato. Otto le sezioni del percorso espositivo, ideate per presentare in maniera completa non solo l’opera di Vasari, ma anche la sua fittissima rete di relazioni e le novità di cui fu interprete. Novità che avrebbero cambiato per sempre la storia dell’arte. La copia originale de Le Vite domina la prima sala della Galleria, insieme al ritratto del Duca Alessandro de’ Medici (in prestito dagli Uffizi) e il San Girolamo (Galleria Palatina): due dipinti che esaltano il genio vasariano.
Pochi passi e l’impatto con la Chimera toglie il fiato: il bronzo etrusco rinvenuto nel 1553 ad Arezzo e che Vasari fece trasferire a Firenze per la gloria di Cosimo I de’ Medici, rientrato in città dal museo archeologico di Firenze. Un allestimento che, con un gioco sapiente di luci, esalta i dettagli, amplificati sul maxi schermo che domina la parete.
"La Chimera è un contributo dato con grande entusiasmo alla mostra sui capolavori di Vasari così abilmente collegati dal concetto di curatela molto raffinato: il tema delle virtù", commenta il direttore regionale dei musei della Toscana Stefano Casciu. Il sindaco Alessandro Ghinelli si sofferma sul valore per la città della Chimera e richiama le peculiarità di una mostra "unica, il modo migliore per onorare la memoria di Vasari e celebrare la sua modernità". La chiave di lettura ruota attorno all’utilizzo dell’allegoria che l’artista dosa in un mix di invenzioni sacre e profane studiate, approfondite, ricercate per la gloria di Cosimo I. Tra i due nacque un legame profondo che li unì anche nel tempo della morte.