
Migliavacca racconta le sue emozioni: "Cerimonia semplice ma profonda, nello stile di Francesco"
Davanti alla bara di Francesco ha ripercorso quegli “scambi di parole” che non dimentica. Ricordi, sempre vivi. Come quella esortazione paterna - "stai tra la gente" - il giorno che lo volle vescovo. Piazza San Pietro: Migliavacca siede tra i presuli e i cardinali, nell’area riservata a lato dell’altare. E i ricordi prendono il sopravvento pochi minuti prima della cerimonia funebre. "Ho ripensato agli incontri con lui, belli e significativi per me e ho provato gratitudine. Mi ha emozionato sentire che ero partecipe con la preghiera in un momento molto importante Chiesa, un momento autentico".
Poi l’abbraccio con alcuni cardinali, pronti all’ingresso nella Cappella Sistina. È lì che ora si appuntano gli occhi del mondo: "Ho assicurato la mia preghiera allo Spirito Santo affinché li guidi nel compito", dice il vescovo Andrea. Nella piazza che accoglie per l’ultima volta Francesco, ci sono anche i ragazzi di Rondine e Fra Daniele Feligioni, arrivato dalla Verna a portare l’omaggio dei francescani. Lacrime e commozione scandiscono i passaggi di una cerimonia "semplice ma profonda, come nello stile di Francesco".
Una giornata che resterà a lungo nell’esperienza di chi l’ha vissuta in diretta. O almeno ne ha incrociato i passi come i ragazzi, oltre quattrocento, arrivati a Roma dalla diocesi aretina per il Giubileo degli adolescenti. Oggi nella stessa piazza ci saranno loro a celebrare un altro momento di grande impatto. Li guida il vescovo Andrea insieme ad alcuni sacerdoti e suore che seguono i giovani. Venerdì la prima tappa nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura e ieri "abbiamo vissuto il cammino penitenziale nelle catacombe di San Sebastiano e concluderemo con la grande cerimonia in Vaticano".
Nei volti dei ragazzi "immortalati" dai selfie c’è la gioia dell’incontro e dello stare insieme. Francesco ha 14 anni, frequenta la terza media e viene dalla parrocchia di Terranuova. "Sto vivendo un’esperienza molto formativa sia a livello di fede sia sul piano più emozionale. Un’esperienza profonda che ti da comprendere dinamiche importanti". L’incrocio tra il Giubileo della speranza e i funerali del Papa segnano "un avvenimento molto triste e si ha la sensazione di vivere in diretta un momento storico molto particolare".
Di Papa Francesco porta con sè nel cammino della vita "la gentilezza, la bontà, il richiamo insistente alla pace". Le voci dei ragazzi si accavallano in sottofondo nel sagrato della parrocchia romana che li accoglie. Al telefono Greta, 16 anni, di Anghiari, racconta la sua esperienza. "Condividiamo tutti insieme un’esperienza forte, carica di emozione e significati. Essere qui, incontrarsi, conoscersi ci fa capire che è possibile intraprendere lo stesso cammino". Perché nei tre giorni a Roma sono nate nuove amicizie, si sono aperte nuove strade al confronto. L’incrocio con i funerali di Francesco nel giorno in cui i giovani aretini insieme ai coetanei arrivati da tutta Italia si preparano a celebrare l’evento giubilare, per Greta rappresenta "uno stimolo a intraprendere un percorso di fede e di crescita interiore. Consiglio a tutti i ragazzi di vivere un’esperienza bella e ricca come questa. E di farlo senza pensarci su due volte".
C’è tempo per un ultimo scatto con i telefonini, quasi a fissare un momento che per tanti di loro segnerà un primo giro di boa nella vita. I sacerdoti chiamano alla Messa: in mezzo a loro il vescovo Andrea. Che vuole stare, dove stanno i giovani, nel solco di una Chiesa in uscita disegnata da Bergoglio.