Si è chiuso ieri di fronte al Collegio Penale del Tribunale, presidente Fruganti, il processo che vedeva imputato un imprenditore aretino per plurimi fatti di bancarotta fraudolenta, documentale e per distrazione. Titolare di una azienda di telecomunicazioni orbitante attorno al Gruppo Mancini e travolta dall’insolvenza dello stesso nel 2015 , era accusato di aver distratto dalle casse aziendali oltre centomila euro e di aver iscritto a bilancio passività inconferenti per oltre 3,3 milioni, il tutto con operazioni avventate e dissipando, in danno dei creditori e dei dipendenti, risorse nell’acquisto di beni personali di lusso, tra i quali cene in ristoranti gourmet, serate in locali notturni, vacanze in hotel cinque stelle e noleggio di Ferrari. L’imprenditore, difeso dall’avvocato Andrea Santini, è stato prosciolo da tutti i capi d’accusa, salvo uno che si riferisce a un pagamento di 15mila Euro che sarebbe risultato senza causa. Entro novanta giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza.
CronacaImprenditore assolto dalla bancarotta