di Matteo Marzotti
AREZZO
Una classe imprenditoriale soggetta ad un progressivo invecchiamento con un flusso nel quale emerge un dato particolarmente significativo. Una nuova attività su quattro è costituita da under 35. Per la precisione si parla del 25,5%. Numeri che fotografano la provincia di Arezzo quelli forniti dalla Camera di Commercio nel report che oltre a rendere conto di come è andato il 2023 permette di analizzare anche la variazione rispetto all’anno precedente. Variazione che è stimata in un -6,7%, anche se poi il bilancio fornito è positivo. Come è possibile? Nel 2023 sono nate 423 imprese giovanili (attività in cui la partecipazione di controllo e proprietà è detenuta in maggioranza da persone con meno di 35 anni) e ne sono state chiuse 205, quindi il saldo conta un +227, con le imprese giovanili che rappresentano il 7,1% delle oltre 35mila aziende che costituiscono il sistema imprenditoriale aretino. Numeri positivi che tuttavia non riescono a tenere testa al passaggio degli imprenditori dalla categoria under 35 a quella superiore, da qui il -6,7%.
Ma quali sono i settori in cui si conta il maggior numero di attività? Certamente il commercio sia all’ingrosso che al dettaglio annovera 549 imprese, pari al 22% del totale delle realtà giovanili, ed equivalenti al 7,5% delle imprese di questo settore. Secondo posto in classifica per le costruzioni con 403 attività, vale a dire il 6,8% del totale complessivo. Segue poi il mondo della agricoltura con 366 imprese, il 14,3% del mondo imprenditoriale under 35 e il 6,5% del settore. Ecco quindi il comparto manifatturiero con 308 attività, con i giovani imprenditori che rappresentano il 12,3%, mentre sono il 6,4% del totale. Ecco quindi il comparto legato all’alloggio e alla ristorazione a completare la top 5, con 223 realtà, con una percentuale vicina al dieci per cento del totale del settore (9,2%).
Andando invece a scorrere i numeri in percentuale di quelli che rappresentano la quota più alta delle imprese di settore sono le attività finanziare ed assicurative, servizi di informazione e comunicazione, servizi alle imprese e altre attività.
La fotografia della Camera di Commercio però va oltre e analizza anche i dati legati al 2023 delle imprese straniere. Queste al 31 dicembre scorso erano quasi 4.800, registrando una crescita del 2,4% rispetto all’anno precedente. Complessivamente le imprese con titolari di carica o di quote societarie non nati in Italia rappresentano il 13,5% del totale delle attività presenti sul territorio provinciale. I settori in cui la presenza straniera è più elevata sono le costruzioni con 1.528 imprese, il 32% del totale delle imprese straniere, il 28,4% di quelle del settore delle costruzioni.
Ecco quindi il commercio con 988 realtà seguito dal settore manifatturiero (810), dalla ristorazione-alloggio (299) e dai servizi alle imprese (151). Scendendo ancor più nel dettaglio, rispetto al 2022 i settori che hanno contribuito a determinare un segno positivo figurano ancora le costruzioni con una crescita del 4,7%, quindi il settore manifatturiero (+1,4%), quello legato all’agricoltura (+2,5%), alloggio-ristorazione (+3,8%), altre attività e servizi (+5,2%) e con un quasi dieci per cento in più i servizi alle imprese. Unico dato in negativo il commercio che registra un -1,6%.