Arezzo, 30 aprile 2020 - Coordinatori della sicurezza allo sbaraglio nei cantieri edili. Inarsind Toscana Centro denuncia in questa nota la gestione approssimativa di una questione invece delicatissima vista la situazione che prevede la gestione della Fase 2 rispetto alla diffusione del Covid19. Grave la mancata consultazione dei rappresentanti della Commissione regionale dei Soggetti Professionali.
“Lo scorso 8 aprile - spiega infatti Marco Becucci, ingenere aretino e presidente di Inarsind Toscana Centro - si è tenuta una videoconferenza alla quale erano presenti i rappresentanti delle associazioni d'impresa, i rappresentanti dei lavoratori (CGIL e CISL, UIL assente) e un rappresentante della Commissione dei Soggetti professionali ex LR 73/08. La riunione presieduta dall'Assessore Bugli ha registrato la partecipazione del Presidente della Regione Enrico Rossi”. “In questa sede - insiste il sindacato che rappresenta gli architetti e gli ingegneri liberi professionisti - il rappresentante della Commissione dei Soggetti Professionali ha fatto presente che l'argomento in discussione, appunto la sicurezza dei lavoratori in dipendenza della ripresa delle attività produttive, richiedesse il coinvolgimento della Commissione stessa. Alla Commissione invece, spiega Becucci “non è pervenuto fino ad oggi nessun documento al riguardo.
Nel frattempo si deve registrare a livello nazionale la produzione di un protocollo d'intesa fra MIT e ANCI, UPI, Anas S.p.A., RFI, ANCE, Alleanza delle Cooperative , Feneal Uil, Filca – CISL e Fillea CGIL. Dello stesso tipo un documento redatto in sede regionale”. “Sia nel documento nazionale sia in quello regionale - denuncia ancora Inarsind - non v'è traccia di coinvolgimento di nessuna rappresentanza professionale, malgrado tutto il meccanismo messo a punto si incentri sul Coordinatore per la Sicurezza di cui al D. Lgs. n.81/08. In acronimo CSP (Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione) e CSE (Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione). In particolare al Cse viene demandata una attività di vigilanza sul mantenimento delle condizioni di sicurezza previste nei due protocolli d'intesa, quello nazionale e quello regionale”.
“Il fatto grave è che – insiste Becucci - senza interpellare l'interessato (il CSE), gli si è attribuita, senza nessun confronto, una funzione dedicata del contenimento del contagio da covid-19, che però va al di là delle sue competenze. E per giunta, a fronte di una situazione straordinaria ed emergenziale, gli si sono lasciati gli strumenti d'azione previsti dalla normativa ordinaria del D. Lgs. n.81/08”. “In altri termini – afferma il presidente regionale Inarsind - si sta ripetendo la stessa situazione per cui si sono mandati ad operare senza gli strumenti di protezione e così si affida la vigilanza nei cantieri ad un soggetto che non ha per legge competenza sull'argomento, e che, quand'anche l'avesse, non avrebbe gli strumenti adeguati per concretizzare il suo contributo di salvaguardia che i protocolli gli affidano”. “Inarsind produrrà - conclude Becucci - entro il 4 maggio un documento in cui dettaglierà le motivazioni della pericolosità di un tale modo di procedere, ma ritiene che imprese e lavoratori siano avvertiti della potenziale inconcludenza dei due protocolli qui richiamati”.