Ci sarà anche il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin mercoledì prossimo a Terranuova, nell’area di Podere Rota, all’inaugurazione del nuovo impianto di recupero materie prime critiche e metalli preziosi. Impianto all’avanguardia in campo mondiale. A "battezzarlo" anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, e il presidente e l’amministratore delegato di Iren Luca Dal Fabbro e Gianluca Bufo e il sindaco Sergio Chienni. Appuntamento alle ore 11.
Al termine degli interventi, prevista la visita guidata all’impianto, che consentirà di recuperare materiali preziosi dai RAEE, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, il primo in Italia ad utilizzare un processo idrometallurgico, a ridotto impatto ambientale. Sorgerà in un capannone di 2500 mq all’interno del sito dove fino a pochi anni fa era in attività la discarica che, come noto, ha esaurito i suoi volumi da tempo.
La produzione inizierà nei primi mesi del 2025. Si tratta dello step iniziale del primo distretto di economia circolare del Valdarno, che diventerà uno dei più importanti del centro Italia. Il via libera è arrivato nei mesi scorsi dalla Regione Toscana dopo un iter lungo e complesso. La collocazione geografica del nuovo impianto –investimento di circa 5 milioni di euro - faciliterà una possibile sinergia industriale anche con il distretto orafo aretino.
La realizzazione prevede una partnership tra il gruppo Iren Valdarno Ambiente, il Comune di Terranuova e, per la parte progettuale, Osai Green Tech e BTT Italia. Verranno trattate fino a 315 tonnellate all’anno di schede elettroniche. Ci sarà inoltre un laboratorio chimico di analisi, indispensabile per la continua messa a punto del processo e per il controllo di qualità dei metalli recuperati.
Tramite un innovativo processo di trattamento meccanico ed idrometallurgico delle schede elettroniche dei piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo, saranno recuperati metalli preziosi come oro, argento, palladio e rame. Il tutto con un basso consumo energetico e un ridotto impatto ambientale. Un impianto, insomma, che rappresenta un’eccellenza nazionale non solo sul piano dell’innovazione tecnologica, ma anche dell’integrazione con il territorio, resa possibile da un dialogo positivo con gli stakeholder.
Il progetto rientra anche nell’ottica della rigenerazione di un’area da decenni destinata ad accogliere rifiuti e che ora, invece, diviene luogo simbolo del recupero di ciò che finora era considerato solo uno scarto.