Luca Amodio
Cronaca

Danno fuoco alla chiesa. Lo sfogo di Don Aldo: “Allibito, ho denunciato”

Ipotesi atto vandalico. Le parole del parroco di San Marco in Villa dopo l’incendio di martedì. L’edificio era già inagibile da mesi ma è rimasto danneggiato dal rogo. I carabinieri di Cortona indagano

I rilievi dei carabinieri

I rilievi dei carabinieri

Cortona (Arezzo), 3 ottobre 2024 – “Sono allibito, sto andando dai carabinieri a far denuncia”. È di poche parole don Aldo, parroco di San Marco in Villa. Ieri l’altro qualcuno ha tentato di dar fuoco alla sua chiesa. Tre inneschi, un po’ di diavolina nel pavimento sono gli indizi. Panche bruciate e tetto compromesso gli effetti della follia del martedì sera. Una ragazzata? “Atto vandalico“, lo chiama il parroco.

La chiesa poco lontano dalla frazione di Camucia è recintata. L’immobile non è stato posto sotto sequestro, ma non è agibile. A dirla tutta lo era da mesi: da novembre scorso era arrivato lo stop delle cerimonie religiose a San Marco ma la comunità una volta al mese si ritrovava in villa per la messa, all’aperto. “Non siamo mai stati tantissimi, diciamo che quando capitava si aggregavano una ventina di persone e c’erano tre o quattro che davano anche una mano ad allestire e preparare tutto”. Sono state queste le parole che ha condiviso con noi Don Aldo prima di andare a sporgere denuncia.

La trama degli eventi è ancora da riscontrare ma una cosa sembra certa: si sarebbe trattato di un gesto volontario. Un atto vandalico più che una ragazzata. È questa la pista che stanno seguendo gli investigatori. Sull’accaduto indagano i carabinieri di Camucia insieme al reparto di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco. Il materiale di innesco dentro la struttura e la diavolina è stato repertato. Così come sono stati apposti i sigilli a porzioni della struttura. Adesso resta solo da scoprire chi è stato ma non sarà facile. Non ci sono telecamere in zona che abbiano ripreso quei momenti e non ci sono testimoni che abbiano assistito alla scena.

L’ipotesi è che i responsabili - sembrerebbero più di uno ma il condizionale rimane un obbligo ancora - si siano intrufolati da una finestra laterale. A quel punto hanno combinato il disastro. Le fiamme che sono divampate hanno bruciato prima le panche nella navata e poi sono finite fino al tetto che è stato compromesso. Il fumo nero che è esalato dall’edificio ha richiamato l’attenzione dei passanti che hanno chiesto aiuto al 112. Così sono arrivati i carabinieri e i vigili del fuoco. I pompieri hanno spento le fiamme e poi hanno apposto i sigilli là dove era necessario. L’edificio non è a rischio cedimento ma è non agibile da mesi, come accennato. Le indagini vanno avanti: al momento non ci sono sospettati ma alcuni residenti in zona hanno visto un andirivieni sospetto intorno alla chiesa. Che questo sia legato o meno alla vicenda è tutto da vedere: nessun elemento investigativo suffraga questa pista. La certezza allo stato dell’arte è una: lo squarcio nella piccola ma dinamica comunità di San Marco, trafitta da un vile attacco.