SERENA CONVERTINO
Cronaca

Incubo Pfas nella falde. Arezzo è maglia nera nel report di Greenpeace

Il monitoraggio a campione indica Arezzo prima in Italia per inquinamento . Le controrilevazioni e i dubbi dell’opposizione: "Chiarimenti urgenti ai cittadini".

Greenpeace avrebbe effettuato rilevazioni a campione nell’autunno 2024

Greenpeace avrebbe effettuato rilevazioni a campione nell’autunno 2024

La mappa di Greenpeace parla chiaro: Arezzo sarebbe una goccia nera nel cuore dell’Italia. Secondo le rilevazioni fatte alla fontanella pubblica di via Marco Perennio tra settembre e ottobre 2024 in occasione del report Acque senza veleni, l’acqua della città - o almeno quella del punto di prelievo - sarebbe infatti la più inquinata in Italia, prima ancora di quella di Milano e, con un distacco che è quasi un raddoppio, della terza città con i rubinetti più a rischio, Perugia.

Il dato a cui fa riferimento il report di Greenpeace è l’inquinamento da Pfas: la contaminazione da composti poli e per-fluoroalchilici che avrebbe conseguenze sulla salute a dir poco preoccupanti. Partendo dal grado di rischio più alto dei Pfoa, una delle molecole che appartiene al gruppo dei Pfas, e classificata come cancerogena, si arriva ad altre molecole che agiscono, in termini tecnici, come interferenti endocrini provocando potenzialmente danni alla tiroide, al fegato, al sistema immunitario e alla fertilità.

Un dato, quello di 104 nanogrammi per litro, eccezionalmente alto e che punta i riflettori e lascia aperti interrogativi sulle modalità di rilevazione dei campioni. Una nota al testo del report evidenzia infatti dati contrastanti rispetto alle rilevazioni di verifica fatte in seguito dagli enti pubblici competenti. La nota, riporta: "Lo scorso 4 novembre, una volta ottenuti gli esiti analitici, Greenpeace ha informato gli enti pubblici competenti (Regione, ASL e Comune di Arezzo). Dopo uno scambio di informazioni il gestore, Nuove Acque ha avviato una campagna di monitoraggio prelevando 7 campioni, sia in ingresso all’impianto di potabilizzazione che serve la città di Arezzo, quindi sull’acqua proveniente dall’invaso di Montedoglio, che in rete di distribuzione, incluso il punto di prelievo sul quale Greenpeace ha rinvenuto la presenza di PFAS. I risultati del monitoraggio straordinario condotto dal gestore, in conformità con gli esiti del 2020, hanno confermato una concentrazione di PFAS inferiore al limite di quantificazione in tutti i campioni. Il gestore ha quindi fornito informazioni rassicuranti che però necessitano di ulteriori approfondimenti in futuro".

Ulteriori approfondimenti che demanda anche il capogruppo consiliare di Arezzo 2020 Francesco Romizi, che promette di depositare il consiglio una mozione specifica sul tema. "Apprendo con sconcerto quanto emerge dalle analisi di Greenpeace, anche perché conosco molto bene le problematiche legate all’inquinamento da Pfas. Rilevo, poi, che la società Nuove Acque ha fatto ulteriori analisi dalle quale emerge un quadro meno preoccupante di quanto sottolinea Greenpeace. Tutto ciò, però, non deve farci stare tranquilli. Ho una mozione, promossa assieme al Consigliere Menchetti, che chiede al Sindaco proprio questo. Che si proceda velocemente e con accuratezza e imparzialità a verificare lo stato di inquinamento da Pfas dell’acqua che usano i cittadini di Arezzo".

Se infatti le controverifiche di Nuove Acque mostrano dati rassicuranti, in linea con le attuali norme di legge, resta invece da verificare a cosa fossero dovute le concentrazioni elevate di Pfas nella rilevazione di quest’autunno operata da Greenpeace. Le analisi della presenza di Pfas, furono eseguite presso il laboratorio indipendente Test & Innovation Lab di Prato.