MARIA ROSA DI TERMINE
Cronaca

Inferno di fuoco, brucia "Valentino" Danni per milioni al calzaturificio

Fiamme alte metri e visibili a chilometri. I dipendenti attoniti ai cancelli tra incredulità e angoscia per il futuro. Il re della moda aveva ceduto la fabbrica a società del Qatar mantenendo il marchio

di Maria Rosa Di Termine

Notte di passione a Levane per il rogo che ha distrutto lo stabilimento "Valentino Shoes Lab" in via Leo Valiani nel polo industriale in comune di Bucine. Un incendio devastante, con fiamme alte diversi metri e visibili a chilometri, ha ridotto in cenere il calzaturificio della celebre griffe della moda dove lavorano 160 persone. Lo stilista Valentino Garavani l’aveva ceduta nel 2012 a una società del Qatar ma il marchio era rimasto lo stesso. L’allarme ai Vigili del Fuoco di Montevarchi è scattato poco prima dell’una ed è stata la sorveglianza della fabbrica confinante, la Lem Industries, a segnalare di aver sentito un crepitio e scorto bagliori sospetti.

A Paolo Valentini capo reparto del distaccamento montevarchino e alla sua squadra è stata subito chiara la gravità della situazione: "Già durante il tragitto sulla 69 si scorgeva da lontano il chiarore e via radio ho chiesto l’invio di rinforzi". Ai pompieri si è presentata una scena da inferno dantesco. L’intero fabbricato, costruito con materiali in legno e una coibentazione con pannelli sandwich e rinnovato di recente con un investimento di 700 mila euro per le dotazioni tecnologiche e produttive, stava ormai bruciando.

"Lingue di fuoco, calore era fortissimo, fumo acre: indispensabile circoscrivere l’area per evitare il propagarsi ai lotti vicini", prosegue Valentini ricordando l’efficacia del lavoro in team con i colleghi di Arezzo, Cortona, Bibbiena e Pratovecchio, del Comando fiorentino e dei distaccamenti di Figline e Firenze Ovest. In tutto 44 uomini e 16 automezzi. A supportarli il gruppo maxiemergenze del 118, con automedica, ambulanze delle Misericordie di San Giovanni e Valdambra, della Croce Rossa aretina, l’elisoccorso e i carabinieri della Compagnia. Nessuno è rimasto ferita.

C’era preoccupazione invece per l’impresa di galvanica, la Lem appunto, a pochi metri dal muro, e che utilizza solventi e sostanze chimiche. Ma l’opera coordinata è riuscita alle prime luci dell’alba a vincere la battaglia. Le operazioni di bonifica dell’industria ridotta a un cumulo di macerie con danni per milioni sono proseguite per l’intera giornata. Il rogo sarebbe partito dall’interno del capannone che ospitava macchinari di ultima generazione in grado di sfornare 1200 paia di scarpe di altissima qualità al giorno, il magazzino e la mensa. Si era lavorato fino alle 20 di giovedì. I dipendenti operavano in due turni di 6 ore ciascuno e dalla prossima settimana sarebbero tornati a 8 per onorare commesse di rilievo. Non si esclude alcuna ipotesi, dolo compreso, e a fare chiarezza saranno gli accertamenti della squadra di polizia giudiziaria dei Vigili del Fuoco che ha acquisito le immagini della videosorveglianza interna all’edificio e delle ditte vicine. L’immobile è sotto sequestro penale. Durissimo il colpo per i lavoratori che, informati in tempo reale via chat, si sono precipitati in massa davanti ai cancelli per seguire l’intervento sulla loro azienda tra incredulità e angoscia per il futuro.