Iniziativa per la ricerca contro il gliobastoma. La battaglia del valdarnese Mansueto

Sua figlia è morta a 41 anni per questa terribile malattia.

Martina Mansueto

Martina Mansueto

Arezzo, 10 settembre 2024 – "Ogni giorno penso a mia figlia ed a come fare per vendicare la sua morte e a non dimenticarla mai, non posso fare a meno di pensare a chi l'ha uccisa, al suo assassino, che per caso ho scoperto, perchè il maledetto ha commesso gravi errori". Lui è Armando Mansueto, personaggio molto conosciuto in Valdarno. La figlia è Martina. Aveva 41 anni ed è morta nel gennaio scorso, stroncata da un male terribile, il glioblastoma. Una scomparsa, la sua, che ha colpito l’intera comunità valdarnese. Ma da questa tragedia i familiari e gli amici hanno comunque trovato la forza di pensare agli altri. Ai malati che combattono ogni giorno con una patologia terribile. Il glioblastoma, infatti, è uno dei tumori cerebrali più aggressivi e chi ne è affetto, generalmente, muore dopo alcuni mesi. Sabato prossimo, al Circolo ASD della Cicogna, nel comune di Terranuova, è stata organizzata una cena per raccogliere fondi. Il ricavato sarà infatti destinato alla ricerca sul nacro della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza (Opera San Pio da Pietralcina). La cena avrà un costo di 30 euro, gratis i bambini sotto ai 6 anni.

Martina Mansueto era cresciuta a Santa Barbara, nel Comune di Cavriglia, ed è stata consigliere della provincia di Arezzo per l'Italia dei Valori e responsabile dell'ufficio stampa del padre, organizzatore di manifestazioni fieristiche. Da alcuni anni si era trasferita in Piemonte e lì aveva la sua vita tra scuola, teatro, passione e amicizie. La sua morte ha colpito l’intera comunità valdarnese e alla famiglia sono arrivati innumerevoli attestati di affetto. Il padre Armando è presidente del Movimento Consumatori di Arezzo. "Questa volta l'assassino che ha sempre colpito di nascosto come un cecchino, si è tradito, mi ha dato la possibilità di individuarlo, ha sparato tre volte in sequenza nel solito posto a distanza di pochissimi secondi - ha scritto Mansueto in un lungo post sui social, riferendosi alla morte della figlia - Come vendicarmi? La prima reazione è irrazionale, ma non puoi dimenticare, quindi non puoi drogarti di adrenalina perche devi, come nei film, essere razionale, calmo, lucido, se vuoi uccidere l'assassino perchè lui ha sparato anni prima e li ha beccati mentre facevano teatro popolare, l'unico momento nel quale sono stati insieme.

Lui ha sparato con tre proiettili uguali chiamati “Glioblastomi” che entrati nella testa hanno incominciato lentamente a distruggere il cervello, ma nessuno se ne accorto perché questi proiettili non fanno rumore. Il maledetto assassino pensava di farla franca, nessuno si poteva accorgere del triplice silenzioso assassinio, ma il caso ha voluto che il lavoro di distruzione del cervello dei tre si sia scoperto a distanza di pochissimi giorni uno dall’altro - ha proseguito Mansueto - Con freddezza ho messo in fila gli eventi, controllato le cartelle cliniche, perfettamente uguali, parlato con i medici che mi hanno confermato che l’assassino ha colpito molti anni prima nell’unico momento in cui le tre vittime erano insieme ed infatti a conferma i proiettili hanno fatto il lavoro scientificamente portando via la vita di mia figlia ed degli altri due a distanza di pochi mesi. "Quando ho messo le prove insieme non potevo crederci, tre persone di anni diversi con vissuti diversi in luoghi diversi avevano in comune solo il cecchino assassino - ha detto ancora Mansueto - Il 27 febbraio 2024 la comunità europea ha introdotto nel diritto comunitario il concetto di “Crimine Ambientale” definendo quello che è successo omicidi ambientali.Scoperto l’assassino cosa fare per ucciderlo? Razionalmente vi dico, che insieme a tutti voi, possiamo e dobbiamo ucciderlo per evitare che colpisca ancora". Da qui l'importanza della ricerca. Il glioblastoma, noto anche come glioblastoma multiforme o astrocitoma di grado IV, è una forma molto aggressiva di tumore che colpisce il sistema nervoso centrale. Sebbene si manifesti quasi esclusivamente nel cervello, può anche apparire nel tronco cerebrale, nel cervelletto e nel midollo spinale. Rappresenta circa il 45% di tutti i tumori che hanno origine nel cervello.