Prima urla e ad inveisce contro medici e gli infermieri. Poi prende per il collo uno dei dottori. Sono le 19 di una lunga domenica al San Donato. Nel primo pomeriggio una paziente psichiatrica arriva al pronto soccorso in attesa del ricovero. La donna è accompagnata dal fratello che le accudisce la figlia di pochi mesi. L’uomo, con in braccio la neonata, entra ed esce da tutti locali del pronto soccorso. Gli viene fatto presente che non lo può fare. Ma all’ennesimo tentativo di entrare in un’area interdetta, perché era in corso una rianimazione, le infermiere lo bloccano. L’uomo inizia ad urlare. Il medico e l’infermiera lo invitano quindi ad uscire, prima di dover chiamare le forze dell’ordine, e lì scatta l’aggressione con tanto di mani al collo del medico. L’uomo è stato denunciato.
Sono le 17 del 16 agosto scorso. Una giornata impegnativa al pronto soccorso del San Donato. A fine giornata saranno 237 i pazienti presi in cura. Il signore N.N. è in attesa da circa due ore, è arrivato per un prurito diffuso dopo esser stato punto da un insetto sei giorni prima. Ad un tratto si alza nella sala d’aspetto e a voce alta inizia ad inveire contro la triagista. "Quanto cavolo, (non fu esattamente questo il temine usato) si deve aspettare ancora". E poi: "Per voi possiamo morire. E’ una vergogna".
Due giovani del servizio civile lo invitano a calmarsi e a sedersi. "Non mi rompete anche voi. E tu, che sei dietro il vetro, che cavolo (come sopra) ridi" e offese a non finire. Alla nuova richiesta da parte del triagista di attendere perché si stava occupando di altri pazienti, il signore si è avvicinato ed ha sputato al vetro del triage, e stizzito si è allontanato.
Ci sono poi le aggressioni da parte di chi pretende un esame. E’ il caso di una donna di 42 anni. Siamo ad ottobre quando arriva al pronto soccorso per una caduta che le ha causato un trauma alla caviglia e al braccio, e un lieve trauma cranico. Vengono effettuati i raggi con risultano negativo. La paziente viene quindi chiamata dal medico per le dimissioni, ma lei non ne vuole sapere. Pretende che le venga prescritta una tac alla testa. Le viene spiegato che non ci sono indicazioni per farlo. Concetto che viene ribadito anche dal direttore sanitario del pronto soccorso, intervenuto. Ma niente. La paziente e i familiari continuano ad insistere; iniziano ad inveire contro il medico, offendendolo ("Non capisci niente, sei un incompetente"), con la promessa che lo faranno arrestare dalle forze dell’ordine che prontamente chiamano.
Un altro caso di aggressione si consuma in una sera dell’agosto scorso, quando le Volanti intervengono in piazza della Repubblica dove un clochard è andato in escandescenza per la perdita della tenda, e tra le urla incendia la sedia a rotelle e altri effetti personali. Viene quindi trasportato al San Donato, dal quale si allontana. Il giorno dopo la Volante interviene nuovamente in piazza della Repubblica, l’uomo sta incendiando una seconda sedia a rotelle. E nuovamente viene trasportato all’ospedale. Ma passano poche ore, alle 22 le Volanti ricevono una nuova chiamata sempre da piazza della Repubblica dove questa volta l’uomo minaccia di darsi fuoco. La mattina seguente, alle 5, la Volante deve nuovamente intervenire. La chiamata arriva dal San Donato perché l’uomo dà in escandescenza al pronto soccorso. Ne segue lancio di oggetti, offese, sputi. I medici non riescono a bloccarlo per somministrargli i farmaci. Ci riusciranno con l’aiuto delle forze dell’ordine.