GAIA PAPI
Cronaca

Intelligenza artificiale . Adesso arriva tra i banchi. Ecco l’assistente virtuale

Il progetto voluto dal ministro Valditara sbarcherà al liceo Piero della Francesca. La sperimentazione prevede di utilizzare una sorta di Chat Gpt in classe.

L’intelligenza artificiale sbarca tra i banchi di scuola anche aretini. Il progetto pilota, voluto dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, interesserà quindici classi di quattro regioni italiane: Lombardia, Toscana, Lazio e Calabria. Tra queste la prima del liceo scientifico ‘Piero della Francesca’, annesso al Convitto Nazionale "Vittorio Emanuele II".

"La nostra scuola è stata scelta probabilmente perché è l’unica in Toscana ad essere dotata di un’aula Google. Gli studenti della classe prima del liceo scientifico indirizzo Stem sono già partiti con il loro "tutor" a domicilio" spiega un entusiasta Luciano Tagliaferri, effervescente dirigente scolastico sempre pronto a cogliere, e a proporre, progetti e idee per i suoi ragazzi. Come funziona l’assistente virtuale?

"La sperimentazione, che durerà due anni, prevede l’utilizzo di un software Google Gemini for teens, l’equivalente di Chat Gpt, installato su ciascun computer dato in dotazione agli alunni. L’intelligenza artificiale, sotto forma di assistente virtuale, è in grado di individuare le difficoltà di apprendimento dei singoli studenti e di segnalarle sia al docente che all’alunno stesso. A quel punto, il docente, adeguatamente formato, potrà intervenire in modo mirato per aiutare lo studente a superare le difficoltà" spiega il preside della scuola Luciano Tagliaferri. Il progetto si ispira a uno studio del 1984 di Benjamin S. Bloom, che dimostrò come i risultati scolastici degli studenti migliorassero in modo significativo in presenza di un supporto individuale costante.

Niente paura, il "tutor" non si sostituirà, ovviamente, al docente. L’Ia non è sostitutiva, farà da supporto e aiuterà a tracciare percorsi di apprendimento. "L’esempio che mi viene è quello delle equazioni di secondo grado. Il ragazzo ha capito come funziona ma ha lacune sulla somma delle frazioni. Il sistema identifica la lacuna, la segnala al ragazzo e al prof, poi propone all’allievo come colmarla" ha spiegato Paolo Branchini, consigliere del ministro dell’Istruzione e del Merito, in occasione della presentazione del progetto.

Infine "Al termine dei due anni di sperimentazione, sarà l’Invalsi a valutare i risultati del progetto, confrontando i progressi degli studenti, ad Arezzo della classe campione "digitale", la Stem1, con quelli di una seconda classe parallela, "tradizionale", laStem2".

Anche Arezzo come banco di prova per per capire se l’AI nelle scuole possa servire agli insegnati per avere una "lettura" migliore del collettivo, affinché ci sia un minor divario tra studenti con diverse capacità e "tempi" di apprendimento. Se i risultati saranno positivi, l’obiettivo è quello di estendere l’utilizzo dell’intelligenza artificiale a tutte le scuole italiane a partire dal 2026.