Ha rilasciato un’intervista ad Enzo Brogi poco prima che le sue condizioni di salute peggiorassero. Il vignettista toscano Sergio Staino sta vivendo una fase complicata della sua vita. A fine ottobre è stato ricoverato nella terapia intensiva dell’ospedale San Giovanni Di Dio di Firenze a seguito di una patologia neurologica e tuttora le sue condizioni destano qualche preoccupazione. Ma alcuni giorni prima di sentirsi male firmò la copertina e si raccontò ai lettori di "Inedita", magazine di comunicazione sociale edito ad Arezzo al suo primo anno di vita. In un’intervista dell’amico e giornalista valdarnese Enzo Brogi, Bobo si lasciò andare a pensieri e riflessioni che, con la leggerezza che lo contraddistingue, vanno dal percorso personale, familiare e più intimo a quello politico, professionale e artistico. Aspetti che non si sono mai scissi nella storia di Staino. "Purtroppo pochi giorni dopo quell’incontro è iniziato per Sergio un periodo molto difficile, ma sappiamo che, con l’aiuto della sua famiglia ce la sta mettendo tutta. Lui ha, come sempre, testa e cuore anche per lottare", ha commentato Brogi. Nel suo racconto, Staino parla anche delle vicissitudini dell’adolescenza. "Appena avevo tensioni, paure, angosce iniziavo a disegnare e, quando le figure prendevano forma, il disegno cresceva e le mie angosce svanivano, tutto volava via – ricorda - Il disegno era il ventre materno. Mia mamma mi aveva insegnato a disegnare, spesso lo facevamo assieme". E poi la gioventù contaminata e sofferta dalla politica, dalla militanza nei marxisti leninisti, dalle delusioni della sinistra e dall’ostinato desiderio di salvarla. Una esistenza, la sua, disegnata con una matita, che ha fatto nascere Bobo, ironico e profondo come lui, amato e riconosciuto, simbolo di un pezzo di storia italiana.
CronacaIntervista a Staino su "Inedita" prima della malattia