DIEGO D'IPPOLITO
Cronaca

Intitolano una strada a Craxi: è quella accanto a via Pietro Nenni

La giunta dà il via libera dopo il parere positivo della commissione toponomastica. La proposta divide la politica dal 2007: ora il dibattito ri riaccenderà

Bettino Craxi nel 1996

Arezzo, 26 gennaio 2020 - Il dibattito sull’ex leader socialista Bettino Craxi, non è stato mai così intenso specie dopo l’uscita di «Hammamet». Ora che la commissione toponomastica di Arezzo ha dato parere positivo e la giunta il via libera per l’intitolazione di una strada a Craxi, anche in città il dibattito si riaccenderà. Via Craxi, previa autorizzazione della prefettura, dovrebbe essere un tratto di strada che come il destino si incrocerà con via Pietro Nenni.

Nenni è un simbolo del socialismo italiano e Craxi apparteneva alla sua area politica. Altra curiosità: la delibera è datata 20 gennaio 2020, esattamente venti anni e un giorno dopo la morte di Craxi. La questione dell’intitolazione era entrata nell’aula di palazzo Cavallo già nel 2007 e infatti la commissione ha esaminato proprio le proposte approvate con atto di indirizzo in consiglio.

Era il 2 febbraio e il consigliere comunale Psi, Giovanni Pelini, presentò un atto di indirizzo chiedendo l’intitolazione. Si aprì il dibattito: da una parte chi riteneva prioritario considerare di Craxi l’aspetto politico, dall’altra chi riteneva non si potesse prescindere da Mani Pulite e dalle successive due condanne definitive. Tra questi c’era Alfio Nicotra. «La sconfitta politica di Bettino Craxi si chiama Tangentopoli.

Qualcuno vuole rimettere in discussione l’inchiesta Mani pulite», disse prima di annunciare il suo voto contrario. Pier Luigi Rossi, oggi primo rettore della Fraternita, votò a favore: «Leggo come un significativo segnale di distensione e di tolleranza utile per la città, per il superamento di tutte le riserve ideologiche nel giudizio della figura politica di Bettino Craxi, e di focalizzare invece il suo ruolo di grande statista illuminato, autentico riformatore e modernizzatore, oltre che precursore di tutti i più importanti cambiamenti».

Duro fu l’intervento di Giuseppe Caroti, che guidava il consiglio comunale: «Nessuno mette in dubbio che possa essere stato uno statista di valore, che abbia meriti per la sinistra, ma, signori miei, è un condannato con sentenza passata in giudicato da uno Stato che è ancora quello democratico».

In consiglio c’era anche Luciano Ralli che dal partito socialista proviene. «Io ti chiedo, Giovanni, di non sottoporre a un voto una figura più grande di noi, e su questo tra l’altro sottoponi a un voto sia Craxi sia la storia del socialismo, che in Italia ha rappresentato molto e in questa città ha rappresentato numerosi sindaci», disse in aula.

Come andò a finire? L’atto passò grazie ai voti dell’allora opposizione e all’astensione di alcuni consiglieri di centrosinistra. Insomma: la maggioranza, fresca di elezioni, si divise, come ancora oggi divide la figura di Bettino Craxi.