MARIA ROSA DI TERMINE
Cronaca

Intossicati fuori pericolo ma altri due bimbi in camera iperbarica, 118: "Più attenzione"

Il responsabile Massimo Mandò lancia un appello, troppi i casi legati al monossido. "Grande risposta del soccorso all'emergenza della notte"

Massimo Mandò

Arezzo, 10 gennaio 2019 - Tanto spavento, ma per fortuna la storia non ha avuto un epilogo drammatico. I 13 intossicati dal monossido di carbonio che martedì all’ora di cena si è sprigionato dalla legna di un braciere acceso all’aperto e portato dentro casa al Borro delle Cave di Terranuova stanno smaltendo le conseguenze della brutta avventura. Ieri notte peraltro i sanitari del pronto soccorso della Gruccia hanno disposto il trasferimento di due dei quattro bimbi tra i 2 e i 10 anni coinvolti nella camera iperbarica di Careggi perché presentavano ancora livelli elevati del gas velenoso.

Qui erano state ricoverate anche le due donne incinte che facevano parte della folta comitiva di amici e parenti a cena. Una notte movimentata e che ha messo alla prova la macchina dei soccorsi in una situazione di maxi emergenze. E Massimo Mandò, il direttore del dipartimento emergenza urgenza dell’Asl Toscana sud est non nasconde la propria soddisfazione: «Mi devo complimentare con quanti hanno partecipato alle operazioni – afferma – perché tutto è andato per il meglio e l’organizzazione ha risposto con prontezza alle necessità».

Sul posto infatti sono confluite ben otto ambulanze, compresa una infermierizzata, oltre all’auto medica. Lungo l’elenco dei ringraziamenti: «In primis – riprende Mandò – alle Misoricordie della vallata e di Arezzo che rappresentano una rete virtuosa e hanno risposto con la consueta professionalità ed efficienza. Al pari dei medici del 118 e del pronto soccorso che hanno compreso immediatamente di trovarsi di fronte a un’intossicazione così insidiosa, attivando gli adeguati protocolli e terapie. Ciascun paziente è stato indirizzato nel luogo ottimale in relazione alla sintomatologia accusata. In particolare le due donne in dolce attesa sono state inviate senza indugio all’ospedale del capoluogo di regione per ricevere l’ossigenoterapia iperbarica e scongiurare rischi per i nascituri».

Il Valdarno dunque si è fatto trovare pronto e la sinergia dei soccorsi ha superato i confini dei due versanti: «Ci ha dato una mano anche la Misericordia di Figline – continua Mandò – che ha trasferito alcuni pazienti nella struttura ospedaliera di Ponte a Niccheri per evitare un sovraccarico per il nostro monoblocco».

Quello di Terranuova è il secondo caso del genere nel comprensorio e il precedente risale ai primi di dicembre quando a Bucine un’intera famiglia, 5 persone, era dovuta ricorrere alle cure mediche: «Bisogna migliorare l’educazione in tema di sicurezza – conclude Mandò – e anche il buon senso dovrebbe darci una mano. La pericolosità dei bracieri non va sottostimata».