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L’attaccante della Roma Paulo Dybala esulta durante il Roma-Torino incriminato
Lo scorso 23 gennaio, la sezione disciplinare del Tribunale federale nazionale della Federazione italiana giuoco calcio ha condannato a una squalifica di tre anni e a un’ammenda di 25.000 euro l’aretino Giorgio Contu, ex responsabile del settore giovanile dell’Arezzo. La motivazione della sentenza è da ricondurre a tre scommesse illecite che lo stesso Contu avrebbe effettuato in violazione dell’articolo 4 e dell’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva che vieta di "effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa".
L’episodio specifico che ha fatto scattare l’indagine e il conseguente deferimento coincide con tre scommesse relative alla stessa partita di serie A, Roma-Torino del 26 febbraio 2024, che Contu avrebbe effettuato presso l’agenzia Sisal di Campo di Marte ad Arezzo. La guardia di finanza avrebbe rilevato corrispondenti vincite pari a un ammontare di 4.200 euro. La sanzione inflitta a Contu corrisponde a quella minima prevista in questi casi, come si evince dallo stesso art. 24 che dispone una "inibizione o squalifica non inferiore a tre anni e un’ammenda non inferiore ad euro 25.000,00".
Sono tante, tuttavia, le incongruenze di questo caso. Durante l’audizione dello scorso 19 agosto, Contu ha infatti negato di aver mai effettuato le scommesse contestate. Ha inoltre dichiarato che il documento d’identità utilizzato per incassare le vincite non era in suo possesso da tempo, avendone denunciato lo smarrimento mesi prima. La difesa, oltre a presentare appunto la denuncia di smarrimento del documento d’identità, ha anche fornito una perizia calligrafica di parte che ha sollevato dubbi sull’autenticità della firma riportata sulla scheda di riscossione delle vincite. Si fonda su queste prove la difesa dell’avvocato di Contu, David Cerrini, che aveva richiesto il proscioglimento del suo assistito non accogliendo la possibilità del patteggiamento proposta dalla Procura. Nonostante tali contestazioni, la Procura federale ha sottolineato come l’identificazione di Contu fosse avvenuta regolarmente presso il punto scommesse, con l’operatore del Front Office dell’agenzia che lo avrebbe riconosciuto e ne avrebbe confermato l’identità.
Si è arrivati dunque alla condanna, anche perché occorre specificare che nella giustizia sportiva, a differenza di quella penale e civile, non vale il principio del garantismo, per cui di fatto l’imputato deve dimostrare la sua innocenza. Il prossimo passo, a questo punto, è l’udienza per la discussione del reclamo presentato da Contu e dal suo legale è fissata per il prossimo 7 marzo. Fino a quella data, sia Contu che l’avvocato Cerrini non intendono rilasciare dichiarazioni, limitandosi a confermare quanto espresso in fase dibattimentale.