LAURA LUCENTE
Cronaca

"Io, da Cortona all'Agenzia Spaziale Europea": la scalata di Luisella

Giulicchi è ingegnere aerospaziale e si occupa della costruzione dei satelliti da lanciare in orbita grazie al progetto Copernico. La collaborazione con la Nasa

Luisella Giulicchi

Arezzo, 27 gennaio 2020 -Porta in alto i colori italiani e la sua toscanità. Luisella Giulicchi è un ingegnere aerospaziale con una carriera internazionale invidiabile. Oggi è un manager di successo dell’Agenzia Spaziale Europea e si occupa della costruzione dei satelliti da lanciare in orbita grazie al progetto Copernico, il programma più ambizioso esistente al mondo per l’osservazione della terra. E’ orgogliosamente Presidente dell’Associazione europea donne dell’aerospazio oltre che membro del consiglio di amministrazione della più grande associazione esistente al mondo per i professionisti che lavorano nel campo aerospaziale: l’American Institute of Aeronautics and Astronautics che ha sede negli USA. La sua carriera l’ha inevitabilmente allontanata dalla sua Cortona, a cui si sente molto legata e dove non manca di tornare appena possibile.

Si considera un cervello in fuga? Probabilmente posso essere classificata come una delle tante risorse intellettuali che hanno deciso di lavorare fuori dall’Italia. Io preferisco usare una narrativa diversa. Ho fatto delle scelte. Ho valutato quelle che erano le opportunità sia in Italia che all’estero e in Olanda ho trovato il posto giusto dove mettere a frutto le mie ambizioni.

Che rapporto ha con la sua città di origine?  Vivo all’estero dal 1993. Non posso ancora credere come siano passati così velocemente tutti questi anni, probabilmente perché sono stati bellissimi, pieni di soddisfazioni a livello lavorativo e personale. Mi sento ancora molto legata all’Italia e a Cortona, soprattutto alla famiglia e agli amici, entrambi una risorsa di energia affettiva importantissima che supera ogni distanza fisica. Credo che una parte di me non abbia mai lasciato Cortona. Ci torno sempre, quanto posso, purtroppo mai abbastanza. Diciamo che porto come gli affetti, il bellissimo paesaggio e la cultura del nostro territorio ovunque io abbia vissuto o viaggiato nel mondo.

Quando è nata la sua passione per lo spazio?  L’interesse per la ricerca scientifica, e per lo spazio in particolare, è nato durante il tirocinio per la preparazione della mia tesi di laurea, proprio all’Agenzia Spaziale Europea, quando ho lavorato alla missione Soho (Solar Heliospheric Observatory) che ESA stava costruendo in collaborazione con la NASA per una ricerca scientifica sul Sole. Per questo progetto ho sviluppato un algoritmo matematico per il controllo dell’assetto e dell’orbita del satellite. Un’esperienza fondamentale per il mio cv e che mi ha permesso di ottenere il mio primo lavoro al Centro ESA di Noorwijk. Ho poi trascorso un periodo di tre anni al CERN di Ginevra come ricercatrice. Lo spazio mi ha di nuovo catturato è sono ritornata all’Agenzia Spaziale Europea in Olanda ed allo stesso tempo ho preso una seconda laurea all’università di Delft in Ingegneria per Sistemi Spaziali, per ampliare le mie conoscenze nel settore spaziale.

Quali sono state le altre tappe importanti della sua carriera? Da allora mi sono occupata di molti progetti sia di ricerca di base che di sviluppo di sistemi satellitari. Tra questi: sistemi innovativi per l’utilizzo nel campo aerospaziale del GPS (Global Positioning System, il sistema di navigazione satellitare); progetti scientifici come una sonda spaziale su Mercurio in collaborazione con istituti di ricerca russi; sono stata responsabile per l’utilizzo e la gestione degli esperimenti tecnologici e scientifici di SMART-1, la prima missione europea sulla Luna, che si è conclusa nel 2005. In seguito ho gestito lo sviluppo del controllo di assetto ed orbita e del software di bordo di LISA Pathfinder, una missione spaziale di fisica fondamentale che ha dimostrato la possibilità di misurare onde gravitazionali e quindi la teoria della relatività di Einstein. Da 10 anni lavoro a Copernicus, un programma rivoluzionario perché acquisisce terabyte di dati ogni giorno che poi vengono utilizzati per il monitoraggio ambientale e per fornire moltissimi servizi ai cittadini.

È un programma della commissione europea in collaborazione con l’ESA ed altri partner come Eumetsat (European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites). Il nostro lavoro all’ ESA consiste nel gestire questi fondi che ci vengono garantiti dalla comunità europea per costruire questa flotta di satelliti che sono dedicati all’osservazione della terra. L’idea era partita già 20 anni fa. Abbiamo già 7 satelliti in orbita e ne stiamo costruendo altri 10.

Ne arriveranno altri 12 che sono già stati ideati e che verranno preparati per essere lanciati nei prossimi 10 anni. In particolare il progetto su cui lavoro al momento, Sentinel-6, frutto di una grande collaborazione internazionale che include NASA, Agenzia Spaziale Francesee Eumetsat, dopo dieci anni di progettazione e sviluppo, verrà lanciato il 10 Novembre 2020 dagli USA con un razzo vettore. La missione si occupa nella misurazione dell’altezza del livello degli oceani che, attraverso un monitoraggio dallo spazio che stiamo facendo da circa 30 anni, aiuta ad indagare cambiamenti o disastri ambientali.

Quanto è stato difficile (se lo è stato) affermarsi nel mondo aerospaziale? Quante donne condividono risultati simili? L’ambiente è molto conservativo, ci sono pochissime donne. I motivi sono vari e complessi. Bisogna essere estremamente competenti e provare di essere in grado di ottenere grandi risultati per afferrarsi in un ambiente che è, ancora, largamente dominato da uomini. Questa è anche stata la motivazione per assumere un ruolo più attivo, nella promozione della diversità e della consapevolezza dei pregiudizi, spesso inconsci, che tutti noi, sia uomini che donne, abbiamo rispetto certe professioni e i ruoli che vengono assunti. Io non ho avuto particolari difficoltà in quanto donna, ho lavorato duramente e sono molto soddisfatta dei risultati.

Tuttavia penso ci siamo molte donne di talento che potrebbero venire a lavorare nel settore aerospaziale, perché talento e dedizione è quello che serve per raggiungere obbiettivi di elevato contenuto scientifico e tecnologico, come poter far atterrare il primo uomo (o donna) sulla superficie di Marte nel 2024!