ANGELA BALDI
Cronaca

"Io, travolto dalle sbarre di ferro". Salvo per un soffio dalla tragedia. Quelle cicatrici portate da 16 anni

Fabbrini: "Ero carpentiere, sono rimasto zoppo: ho perso tanti lavori proibitivi nelle mie condizioni". Il mondo è cambiato ma i drammi continuano: "La tragedia di Firenze dimostra che oggi è più grave". .

"Io, travolto dalle sbarre di ferro". Salvo per un soffio dalla tragedia. Quelle cicatrici portate da 16 anni

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Marco Fabbrini, ha quasi 60 anni e sedici anni fa è stato coinvolto in un grave incidente sul lavoro che gli ha cambiato la vita.

Fabbrini, cosa è accaduto?

"Maggio 2008: in quel momento facevo il carpentiere meccanico in una ditta esterna ad un’azienda importante a livello nazionale, che poi ha chiuso. Mi sono cadute addosso delle grosse travi di ferro".

Che conseguenze ha riportato quell’incidente?

"Per fortuna ho salvato le gambe e non è stata necessaria l’amputazione, ma sono rimasto zoppo. Ad avere la peggio è stato il mio ginocchio, ho un’artrosi importante che non mi permette di fare certi tipi di lavoro. Avrei bisogno di una protesi ma sto rimandando per fare l’intervento più avanti ed evitare di doverla successivamente sostituire".

Come è cambiata la sua vita dopo l’incidente?

"Intanto, meno male che c’è il sussidio Inail. Dopo l’incidente non mi sono fermato, prima ho portato avanti l’attività lavorativa per un anno alla vetreria Ivv, ma la crisi ha fermato il lavoro. Poi all’Autogrill. Ma anche in questo caso, si è trattato di un lavoro che ho dovuto lasciare perchè ero addetto a portare fuori i rifiuti, una mansione troppo gravosa e rispetto alle mie condizioni fisiche non andava bene. Da qualche tempo mi arrangio facendo il giardiniere e in estate anche le pulizie in un bar a Terranuova".

L’incidente risale a 16 anni fa, eppure oggi infortuni e morti sul lavoro sono all’ordine del giorno. Non è cambiato nulla?

"Oggi la situazione è ancora più grave, basti pensare a quello che è successo a Firenze. Nel 2008 non c’erano i corsi per la sicurezza nè i patentini. Esisteva la legge 626 sulla sicurezza nei luoghi di laovro e veniva applicata sì e no. L’azienda in cui lavoravo non era in regola, i carri ponti non c’erano, le travi andavano spostate a mano, i mezzi di sicurezza non esistevano. Oggi è stata fatta tanta strada in termini di leggi ma è tutto inutile perchè si continua a morire e a farsi male. Ci sono oltre mille morti l’anno in Italia e la Toscana è una delle regioni con i numeri più alti. Si risparmia sia sulla sicurezza che sui materiali". Diffondere la cultura della sicurezza è fondamentale?

"Ho fatto corsi e sono diventato testimonial della sicurezza per l’Anmil che ogni anno va nelle scuole a parlare ai ragazzi e nelle aziende a diffondere il messaggio. Se le aziende più strutturate da centinaia di addetti hanno preposti, medici della sicurezza e sono in regola, tante di quelle piccole, nonostante le norme anti infortunistiche, l’obbligo di corsi, non rispettano appieno le regole. Invece chi vuol aprire un’azienda e assumere persone deve pensare a metterle a norma e a considerare il tema della sicurezza al primo posto. Utilizzare macchinari non sicuri o arrivare a manometterli significa giocare con la vita delle persone".