Ipnosi contro ansia e dolore. Visore speciale al San Donato

Il dispositivo dotato di un visore riproduce una decina di realtà virtuali. Il paziente viene guidato da una voce registrata che distoglie il pensiero.

Ipnosi contro ansia e dolore. Visore speciale al San Donato

Un pazienta in terapia intensiva che sperimenta il visore

di Gaia Papi

AREZZO

L’immersione in un ambiente sonoro e visivo ipnotico: musiche, testi, immagini e voci si alternano e si sovrappongono per portare la persona nello stato di ipnosi desiderato. Da un paio di settimane l’unità di terapia intensiva del San Donato, dell’equipe della dottoressa Raffaella Pavani, sta utilizzando un dispositivo per indurre l’ipnosi medicale nei pazienti della terapia intensiva in modo da allontanare ansia e dolore. Il dispositivo è dotato di un visore da indossare che riproduce una decina di realtà virtuali e da un paio di cuffie in cui ascoltare una voce registrata che aiuta la persona a rilassarsi e distogliere così l’attenzione da ansia e dolore. Il dispositivo rimarrà in sperimentazione nel reparto per due mesi. "I pazienti delle unità di terapia intensiva sono spesso agitati, confusi e a disagio fino a diventare anche deliranti: si parla infatti di delirium da terapia intensiva – spiega Roberto Bindi, infermiere coordinatore del reparto - Questi sintomi sono fastidiosi per il paziente e spesso interferiscono con l’assistenza e la sicurezza. Nel peggiore dei casi possono essere potenzialmente letali". "La permanenza in un’unità di terapia intensiva è una tra le situazioni più stressanti dal punto di vista psicologico. Numerose ricerche infatti confermano elevati tassi di depressione, disturbo post-traumatico da stress e altri disturbi psicologici tra i pazienti che hanno trascorso diverso tempo in rianimazione" spiega Raffaella Pavani, direttrice Uti San Donato. "Secondo alcuni – aggiunge Bindi - vi è una relazione diretta tra il ricovero in terapia intensiva ed il successivo sviluppo di un disturbo psicologico, mentre altri evidenziano la complessa interazione tra il trauma di una malattia o di una lesione molto grave e gli interventi salvavita spesso somministrati in terapia intensiva".

"Dei circa mille assistiti all’anno – prosegue Raffaella Pavani - circa il 33,2% è rappresentato da persone non estremamente critiche e quindi non addormentate ma sveglie e, spesso, neurologicamente competenti. Per questo abbiamo deciso di sperimentare l’ipnosi medicale utilizzando la realtà virtuale". "Un dispositivo destinato ad abbattere costi e "danni collaterali" dei metodi tradizionali di anestesia a cui vengono sottoposti i pazienti – conclude Roberto Bindi – e che immerge il paziente in un ambiente sonoro e visivo ipnotico. In questo modo la percezione del dolore tende a scomparire e l’animo a concentrarsi sulla pronta guarigione".