"Ispiriamoci a San Francesco". L’appello di Alberto dal santuario

Il principe sulle orme della madre: ha percorso lo stesso itinerario della principessa. Il messaggio di pace e i ricordi

"Ispiriamoci a San Francesco". L’appello di Alberto dal santuario

Il principe sulle orme della madre: ha percorso lo stesso itinerario della principessa. Il messaggio di pace e i ricordi

di Matteo Marzotti

LA VERNA

"È molto emozionante per me vedere questo luogo in questo importante anniversario degli 800 anni delle stimmate, vedere anche le tracce della visita di mia madre e di mia sorella". Sono le parole con le quali il principe Alberto II di Monaco ha raccontato la sua esperienza al Santuario della Verna, in quella che è la sua due giorni in terra aretina, in occasione non solo dell’anniversario delle stimmate, ma anche dalla visita alla Cittadella della Pace di Rondine, dove è atteso questa mattina. Il principe è arrivato in leggero anticipo al Santuario, rispetto al programma comunicato nei giorni scorsi. Ad accoglierlo il padre guardiano, padre Guido Fineschi, il vicario fra David Gagric, oltre a fra Francesco Bartoli e all’archivista del Santuario, fra Michele Pini, colui che di fatto si è occupato di andare a cercare tra i vari documenti quelli riguardanti la visita della madre, Grace Kelly, in questi luoghi, 56 anni fa.

Era l’estate del 1968. La principessa Grace aveva accompagnato la figlia Carolina, sorella del principe Alberto, all’epoca 11enne in Casentino per prendere parte ad un campeggio. La principessa aveva quindi colto l’occasione per visitare in quei tre giorni il Santuario, uno dei luoghi più importanti e significativi del francescanesimo.

Come la madre il principe Alberto ha voluto compiere la sua visita, seguendo lo stesso itinerario che nel 1968 Grace Kelly percorse. Un’ora in cui ha potuto - accompagnato dai frati, dal sindaco di Chiusi, Tellini, e dal presidente di Rondine, Franco Vaccari - conoscere e vedere da vicino la Cappella delle Stimmate, il luogo dove il 17 settembre del 1224 secondo la tradizione il poverello di Assisi ricevette i segni della passione di Cristo.

Al termine della visita, iniziata poco prima delle 15.30, un momento privato, riservato allo scambio di doni e quindi all’incontro con lo stampa. "È molto emozionante per me vedere questo luogo in questo importante anniversario degli 800 anni delle stimmate - ha detto il principe Alberto di Monaco - e vedere anche le tracce della visita di mia madre e di mia sorella avvenuta 56 anni fa. Una visita la mia molto breve ma devo ammettere particolarmente significativa".

La visita nei luoghi di San Francesco, del santo della pace, sposta l’attenzione a temi di strettissima attualità come i conflitti che interessano anche l’Europa.

"Oggi viviamo in un’epoca difficile, dobbiamo trovare l’ispirazione da esempi come quello di San Francesco - ha detto Alberto II - Oggi la responsabilità è enorme anche per i piccoli paesi. Dobbiamo cercare di mantenere la mente aperta. Ciascuno rimane nelle proprie posizioni, senza volere ascoltare quelle degli altri. Dobbiamo invece costruire nuovamente la capacità di aprire la nostra mente". Prima di ripartire dalla Verna il principe ha voluto lasciare un pensiero, una dedica, nel diario riservato agli ospiti del Santuario. Un messaggio nel quale Alberto II ha ringraziato i frati per l’accoglienza e l’omaggio alla madre Grace, in questa sua prima visita.

"Un momento davvero particolare, carico di emozioni - così il padre guardiano, fra Guido Fineschi ha commentato la visita di Alberto di Monaco - siamo lieti che il principe in forma privata, così come tanti altri pellegrini fanno, abbia deciso di visitare la Verna. Lo abbiamo accompagnato nella Cappella delle Stimmate, il cuore del Santuario e da qui nel refettorio dove gli abbiamo mostrato alcune fotografie della madre in occasione della sua visita alla Verna nel 1968".

Un appuntamento quello con il principe che ha anticipato di pochi giorni la ricorrenza per l’800esimo anniversario delle stimmate.

"Vediamo tante persone visitare questi luoghi - ha aggiunto padre Fineschi - c’è chi viene anche per ammirare la natura e le opere d’arte. Per noi è una grande responsabilità trasmettere quello che cerchiamo di vivere ogni giorno. Non possiamo perdere il senso del messaggio che Francesco vuole mandare da qui, quello che ha vissuto. Vorremmo che le persone che salgono quassù avessero quella luce e quella forza per affrontare ogni giorno le fatiche della vita, e anche quando gli altri ci feriscono, avere la forza di perdonare, reagire in modo costruttivo".