A trainare le nuove assunzioni ci sono anche loro: i fast food che si moltiplicano e moltiplicano anche i posti di lavoro. Quelli amati da i più giovani quando escono di casa ma che poi convincono tutti. Perchè si sa, un panino non si rifiuta mai. E in città l’arrivo dei colossi del pasto veloce sta diventando un fenomeno. Dopo lo sbarco di McDonald’s alla stazione che ha portato in città diverse assunzioni per il punto vendita in un luogo strategico, adesso è la volta di un altro gigante. Più che i mega panini, stavolta l’icona del brand è il pollo fritto del Kuntucky, rigorosamente made in Usa. Un gigante che scommette sulla nostra città; sono pochi i locali del brand in Toscana: per ora i presidi sono a Prato, a Campi Bisenzio e a Livorno. E, appunto, Arezzo, tra una manciata di settimane. Dunque, la carica dei fast food non accenna a frenare la sua corsa. Un po’ tutti i marchi che contano si sono contesi la piazza. McDonald’s, già presente da anni, ha calato un altro asso aprendo in nuovo locale alla stazione ferroviaria.
Ma il competitor per antonomasia non ha intenzione di inseguire e prova il sorpasso: un’avventura quella del pollo fritto che lega il suo nome Harland Sanders, che stanco di costruire tranvie e fare il manovale infilò la strada giusta. Nella galleria dell’ex ipercoop sorgerà nel luogo che aveva accolto la Magnosfera, la mensa self-service chiusa qualche anno fa. È già partita la ricerca di personale, almeno dieci addetti: forse di più, se l’orario dovesse essere no stop come quello dei McDonald’s. La galleria ha ogni sera la chiusura alle 21, si tratterà di vedere se ci sarà un’eccezione per la super catena americana. Apertura prevista a febbraio.
Tuttavia nella calata dei fast food si infila un altro fenomeno che in città sta prendendo vigore proprio nelle settimane d’oro legale alla Città del Natale: i temporary shop. Se ne contano a decine in tutta l’area del centro, nel quadrilatero d’oro dello shopping. E spesso si tratta di sorprese che ti trovi davanti passando per le vie più gettonate del commercio: spuntano senza grandi annunci ma rappresentano un trend in crescita. Riaccendono vetrine ormai spente da tempo, animano un nuovo filone commerciale. Certo, a tempo, come il nome indica, ma è un segnale di vitalità che va colto. Perchè mai come quest’anno "l’esercito" dei temporary è tanto numeroso. E "agguerrito".
Luca Amodio