REDAZIONE AREZZO

La contesa del Parterre. Anche il Comune paga per i danni alla piscina

Spese equamente divise con il circolo tennis che però non esiste più

La contesa del Parterre. Anche il Comune paga per i danni alla piscina

CORTONA

Il Tribunale di Arezzo ha condannato la società dilettantistica Tennis Club Cortona a pagare il Comune di Cortona 36mila euro oltre a 5mila euro di spese legali. "Giunti alla scadenza naturale dei 20 anni – dichiara il sindaco Luciano Meoni – il Comune di Cortona ha dovuto prendere in carico la struttura sportiva ed ora è pronto a emanare una manifestazione di interesse in cui, a scomputo dei lavori necessari, verrà affidata ad un nuovo gestore. Qualora avessimo impiegato risorse pubbliche senza richiederle al precedente gestore, saremmo potuti incorrere nell’ipotesi del danno erariale". Il Tribunale ha però rigettato la domanda del Comune: secondo il giudice la decisione di consegnare il bene pubblico al Comune, con tre anni di anticipo rispetto alla durata della convenzione, era legittima.

"Legittimo fu il recesso anticipato esercitato dalla società sportiva dalla convenzione con il Comune – spiega l’avvocato del Tennis Club Paolo Melcantini – illegittima è stata la condotta del Comune che, non procedendo in tal senso, intentando nel contempo anche una causa giudiziaria, ha concorso a peggiorare le condizioni della struttura".

Al centro della disputa legale c’è il complesso sportivo comunalecostruito nel 2003 con l’esborso di oltre un milione di euro di 20 soci attraverso un project financing della durata ventennale su terreno del Comune, senza scopo di lucro. "Negli anni il debito per la costruzione del complesso è stato interamente saldato – continua Melcantini – la società ha dovuto fare fronte a numerose e difficili vicissitudini che non gli hanno comunque impedito di tenere aperta e fruibile la struttura fino al 2019. Con l’arrivo della pandemia il complesso è rimasto chiuso e la società ha scelto la via della liquidazione e ha richiesto al Comune di riprendere il bene. Ma l’amministrazione guidata da Luciano Meoni, si è opposta, adducendo che il bene non si trovasse in buono stato".

Da lì la battaglia legale culminata con la sentenza di pochi giorni fa che mette in luce come la società fosse titolata a richiedere il recesso anticipato sulla base della convenzione e che il Comune non abbia provveduto ad una solerte valutazione della struttura facendo passare ben due anni (oggi 4) e cagionando così al bene ulteriori danni, oggi imputati economicamente anche al Comune stesso (pari a 35 mila euro ovvero il 50% della perizia emersa in sede legale).

Luca Amodio