Arezzo, 31 gennaio 2025 – Luigi Garlando è una delle firme più note della Gazzetta dello sport e un affermato scrittore per ragazzi.
La serie Gol! con le mitiche Cipolline protagoniste di tante partite e avventure, ha appassionato migliaia di ragazzi, così come Per questo mi chiamo Giovanni, il racconto della vita di Giovanni Falcone pensato per gli adolescenti e letto in tutte le scuole italiane.
62 anni, milanese, Garlando ama il calcio da quand’era ragazzo. “La mia specialità erano i palleggi, i piedi non erano male, il guaio era quel fisico da Abatino, come avrebbe detto Gianni Brera. Infatti, sono diventato giornalista” ricorda spesso durante le interviste.
Un’altra sua grande passione è Dante. Nella taverna della casa dove abita con la moglie e la figlia, nel verde della Brianza lecchese, il giornalista e scrittore conserva una sessantina di versioni della Divina Commedia in altrettante lingue.
Libri acquistati durante i numerosi viaggi compiuti in giro per il mondo a seguire finali di Champions, Olimpiadi e altri grandi eventi sportivi. “Mi è sempre piaciuto scrivere terzine dantesche, come se fosse una sorta di Sudoku”, confida agli studenti che incontra in giro per l’Italia.
“In quarta Ginnasio, all’Istituto Gonzaga dei Fratelli delle scuole cristiane, fratel Giuseppe mi diede da leggere “Non sparate sui narcisi” di Luigi Santucci. E da lì ho preso la mia strada” risponde invece a chi gli chiede sulla sua passione per la lettura e scrittura. “Eppure - racconta Garlando - ogni volta che portavo un mio libro a fratel Giuseppe lui sbalordiva come davanti a un miracolo e mi ricordava che i miei temi in classe facevano pena”.
Venerdì 28 febbraio 2025 alle ore 10.00 Luigi Garlando sarà ospite dell’I.C. Cesalpino di Arezzo per un attesissimo incontro con gli studenti delle classi seconde e terze della scuola media. “Pochi libri cambiano la vita. Quando la cambiano è per sempre, si aprono porte che non si immaginavano, si entra e non si torna più indietro” ricorda la Dirigente Scolastica dell’I.C. Cesalpino prof.ssa Sandra Guidelli.
“Ci sono libri fatti per essere usati e non soltanto letti. Perché ci trovi quel tono di voce, ti suggeriscono una metafora, perché ti insegnano a formulare una risposta. Sono Funzionali. Rari, proprio come Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando” aggiunge la prof.ssa Guidelli.
“I nostri studenti non erano nati negli anni Novanta, gli anni simbolo della lotta alla mafia. Ma quel periodo è stato un importante momento storico della vita del nostro Paese. Per i nostri ragazzi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono supereroi perché hanno combattuto e si sono sacrificati per restituire la libertà alla loro terra” conclude Sandra Guidelli.
“Sono profondamente ottimista, come lo erano Falcone e Borsellino, magistrati pieni di impegni ma che trovavano sempre il tempo per andare nelle scuole a parlare, che facendo riflettere i nostri ragazzi sul loro futuro, sugli ideali di giustizia e di libertà oggi radicati nelle coscienze di tante persone di buona volontà e rafforzando e diffondendo gli insegnamenti dei due magistrati, i nostri studenti saranno pronti a diventare la nuova classe dirigente di questo paese rispettando le regole” interviene la prof.ssa Maria Grazia Mura coordinatrice scolastica e promotrice dell’incontro.
“In Falcone e Borsellino era così forte il senso del dovere per la missione che svolgevano che probabilmente erano immuni alla paura. Falcone aveva un bigliettino nel suo portafoglio con una frase di Kennedy che ricordava che un uomo deve fare ciò che è suo dovere, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni.
Questa citazione, diventata il suo stile di vita, aveva disinnescato la paura, facendolo rimanere fedele alle istituzioni e pronto a combattere la mafia in nome della libertà” aggiunge la prof.ssa Mura. “Vivevano vite blindate ma entrambi amavano la vita.
E in molte fotografie i loro sorrisi sono la testimonianza diretta del loro ideale profondo, fatto di giustizia e legalità, idee, una passione che dà un senso alla vita” conclude la prof.ssa Maria Grazia Mura anticipando i temi che verranno trattati durante l’incontro con il giornalista e scrittore Luigi Garlando.
Guardando a tutti i libri scritti da Garlando, si potrebbe avere l’idea di un insieme disordinato di personaggi: Che Guevara, Giovanni Falcone, Dante, Napoleone, il Papa. In realtà c’è un filo rosso che lega fra loro figure così diverse. È la coerenza, la passione con cui queste persone vivono il proprio ideale: può essere la giustizia, oppure, come per il Papa e per i cristiani, Dio.
È questo il motivo per cui in molte foto vediamo Falcone e Borsellino sorridere? Hanno davvero trovato la passione per il proprio ideale? Certamente hanno trovato il senso di una vita così complicata, la lotta per la legalità che fa accettare anche una vita da reclusi. Luigi Garlando riesce a trasmettere ai ragazzi il sospetto che la felicità autentica consista nel cercare quel senso profondo per la vita, non l’avere, il fare, l’apparire.
Per qualcuno può essere la sete di conoscenza, per i cristiani è la fede: una passione profonda, che sta in tutte le cose che fai durante la giornata. “Sono veramente convinta che un libro crei quello che Foscolo chiamava la corrispondenza di amorosi sensi e noi abbiamo la fortuna di avere grandi scrittori come Garlando che aiutano i ragazzi a conoscere, amare e farsi ispirare da questi personaggi della storia” interviene entusiasta la prof.ssa Melania Reggio co-promotrice dell’incontro con l’autore.
“Vivere con passione è il primo comandamento, solo così si vince quella noia in cui tanti ragazzi rischiano di cadere. E leggere allontana la noia perché è cibo per la mente e tutto ciò che ha che fare con il cibo deve per forza essere buono” puntualizza sorridendo Sandra Guidelli.
“I libri migliori sono quelli di cui non vuoi girare le pagine per paura che finiscano e Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando è un libro che vorresti non finisse mai: un libro bello e profondo, un racconto che i nostri ragazzi hanno amato molto” conclude la Dirigente Scolastica dell’I.C. Cesalpino.
“Leggere significa creare un piccolo giardino all’interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta qualche elemento. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di incontrare qualcun altro. Leggendo Per questo mi chiamo Giovanni i nostri studenti hanno avuto il privilegio di incontrare un grande magistrato raccontato da un grande scrittore” conclude la prof.ssa Maria Grazia Mura.
Circa 150 studenti sono pronti ad incontrare il giornalista e scrittore Luigi Garlando venerdì 28 febbraio 2025 alle ore 10.00 presso l’Aula Magna dell’I.C. Cesalpino in piazza Fanfani. Perché “gli uomini passano ma le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.