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La festa arcobaleno si ferma: "Insulti omofobi in discoteca". La denuncia degli organizzatori

I responsabili di ‘Why not‘: "Commenti, battute e allusioni: non era un ambiente sicuro. Non ci arrendiamo". Il ringraziamento ai titolari della discoteca Class 125 per una collaborazione che durava da quattro anni.

La festa arcobaleno si ferma: "Insulti omofobi in discoteca". La denuncia degli organizzatori

di Angela Baldi

AREZZO

Violenza verbale nei confronti delle persone Lgbtqia+, una sigla utilizzata per identificare lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer, intersessuali, asessuali e chiunque non si definisca eterosessuale. Per questo motivo chiude in anticipo la stagione dei Why Not party. Le feste arcobaleno che da quattro anni a questa parte si sono tenute alla discoteca Class 125 di via Madonna del Prato. "Commenti, battute e allusioni, non era più ambiente sicuro – dicono gli organizzatori - Ma non ci arrendiamo: stiamo già pensando a come tornare". La decisione prevede la sospensione temporanea della serata WhyNot. L’ultimo party si era svolto lo scorso gennaio e, almeno per questa stagione, si è trattato di quello definitivo. "Non avendo trovato una soluzione efficace e non potendo dare garanzia di poter abitare uno spazio sicuro per le persone Lgbtqia+ la decisione non può essere altrimenti – spiegano gli organizzatori - Si interrompe quindi, in attesa di eventuali nuovi sviluppi, la collaborazione continuativa che va avanti dal 2019 con la discoteca Class125 che ringraziamo per averci accolte nelle ultime quattro stagioni". Ma la porta rimane aperta, visto che non si parla di un addio ma di un arrivederci. Porte aperte anche da parte della proprietà del locale di via Madonna del Prato: "Pronti a incontrare di nuovo gli organizzatori del WhyNot per ripartire da ottobre con la serata unica del genere in tutta la provincia- dice il titolare del locale Fabrizio Biagioni - Da parte nostra siamo sempre disponibili al confronto e abbiamo sempre accolto questo tipo di party che è aperto a tutti anche agli etero. Si tratta di una serata alternativa, con buona musica e spettacoli sempre molto partecipata che ospitiamo volentieri da 4 anni". "Non sventoliamo bandiera bianca, il nostro "orgoglio incontenibile" non ce lo permette, la storia del movimento Lgbtqia+ non ce lo permette – dicono gli organizzatori del WhyNot - Ci rivolgiamo a quelle persone che hanno contribuito a rovinare il clima di festa e libertà che si respirava all’interno della serata, vogliamo che si chiedano: ne è valsa la pena? Confidiamo che un senso di vergogna percorra le loro menti".

Whynot è sempre stata infatti una serata aperta a chiunque, anche agli etero, ma finora non si erano mai verificati episodi di discriminazione o criticità. "Il WhyNot era frequentata anche da tante persone alleate alla comunità Lgbtqia+ – commenta Gianni Redi, consigliere Chimera Arcobaleno e referente Whynot – ma negli ultimi 2 anni sono aumentati gli episodi di violenza verbale durante la serata. Come Chimera Arcobaleno e Whynot non potevamo essere complici di questo trend negativo facendo finta di niente. A poco sono servite le campagne di sensibilizzazione realizzate dall’associazione dentro al locale quando mancano informazione e progetti di educazione e di rispetto alle differenze in ambito scolastico e familiare".