REDAZIONE AREZZO

La festa continua: conti in pareggio. Carcere e poveri, il vescovo rilancia. Jovanotti fa gli auguri vestito da stella

Sferzata di Migliavacca prima del Giubileo. Timido sollievo nei negozi. Alberghi pieni anche a Capodanno

Sferzata di Migliavacca prima del Giubileo. Timido sollievo nei negozi. Alberghi pieni anche a Capodanno

Sferzata di Migliavacca prima del Giubileo. Timido sollievo nei negozi. Alberghi pieni anche a Capodanno

Sfilano sul trenino di Natale come pendolari di ritorno al lavoro. Sono le 18 passate di ieri e il mini-pullmino passa di nuovo in centro al massimo carico. Sono gli ultimi turisti del Natale, famigliole, bambini, impegnati a intercettare la coda della festa. Che però non accenna a finire. La due giorni del Natale non registra i numeri trionfali del weekend di Fiera nè quelli dell’otto dicembre. Però conferma che Arezzo è diventata una delle grandi mete del Natale italiano. Lo conferma per Santo Stefano e lo conferma nel pomeriggio della festa. Il tempo di un pranzo non troppo frugale e i vialetti del Prato tornano a riempirsi. Non c’è la coda alla Casa di Babbo Natale nè in Fortezza ("Ma lei è sicuro di essere residente? Mi fa vedere la carta d’identità?") però siamo lontani dal deserto di altri Natali, di altre stagioni. Piazza Grande viaggia verso la fine del mercato tirolese (l’ultimo giorno domenica), il Prato prepara uno sprint più lungo, fino al 6 gennaio. Sulla rocca si fa strada l’assessore Simone Chierici, nel taccuino i primi calcoli sul Natale 2025, i cui preparativi scatteranno subito. Il pallottoliere delle presenze è già sopra il milione e trecentomila. Tanti commercianti continuano la maratona, iniziata a novembre. Solo per Santo Stefano le vetrine buie si alternano a quelle illuminate. Bilanci in corso. I più, alla chiusura del 24 sera, registrano un sostanziale pareggio con gli affari di un anno fa. Certo, riequilibrare bilanci di un anno non è possibile, però in giro si registra un certo sollievo. E ci sono griffe o catene che viaggiano con numeri positivi. Tra i settori resistono librerie e giocattoli, i regali di qualità non salatissimi e quelli per i bambini. Ma anche nell’abbigliamento alla fine il gran freddo delle ultime settimane rema a favore dei negozi, non rinviando tutti gli acquisti ai saldi ormai imminenti. I parcheggi dopo giornate infinite di pienone allentano la presa anche nelle ore di punta. Di sicuro è ora di punta per la chiesa, perchè il vescovo Andrea Migliavacca accompagna il lancio del Giubileo con parole e gesti simili a quelli scanditi dal Papa. La totale centralità del carcere è nella sua agenda dall’arrivo ad Arezzo, la Messa a San Benedetto il giorno di Natale è un’impronta pressoché unica. E le omelie della notte e di mezzogiorno hanno momenti di forte richiamo.

"Ma chi si accorge che è nato Gesù?" esclama a più riprese alle soglie della mezzanotte. Indica ai cristiani e non solo le priorità: gli stessi detenuti, i poveri, i migranti, la follia della guerra. "Ma voi che siete qui in questa notte nella Cattedrale vi siete accorti che è nato Gesù? Trova uno spazio vero nella vostra vita?". A due anni dal suo arrivo, mostra le unghie. Gli piace il presepe, come il Cupiello di Eduardo. Ma ne sogna uno reale. "Dove sarà mai nato Gesù bambino? In quale presepio lo troviamo? Vorrei sperare che trovi posto nella culla del dormitorio e delle mense caritas, lì c’è chi di lui ha proprio bisogno. Forse è nei presepi di quelle case dove si litiga e non si riesce più a dialogare, dove si alza troppo la voce fino a soffocare quella dei più deboli, i bambini. Ma poi fai spazio anche a qualche povero che hai incontrato, alle persone ferite dalla vita". I compiti a casa per l’anno, nel nome di un Giubileo che scatta qui domani ma è partito la notte di Natale. Qui come a La Verna e a Camaldoli, dove a dispetto della neve il santuario e il monastero si sfollano, prima di notte e poi nel giorno della festa. E ai presepi di carne del vescovo si incrociano quelli viventi, da Castiglion Fiorentino alle Ville. Dalla sua casa di Cortona Jovanotti si veste da stella natalizia per fare gli auguri al suo popolo e poi scomoda Stevenson per un saluto e un invito "ad essere veri uomini". Un po’ rapper e un po’ "vescovo" dei nostri tempi, all’incrocio di un Natale che passa ma non troppo: le prenotazioni negli alberghi volano di un 15% in più rispetto ad un anno fa, anche intorno a San Silvestro saremo vicini al tutto esaurito, un brindisi e sarà già Fiera. Quando passa il prossimo trenino?

LuBi