di Lucia Bigozzi
AREZZO
Non sanno più se esultare per una Fiera incredibile, che per la prima volta dopo l’edizione del cinquantenario taglia il traguardo delle cinquantamila presenze. O se tremare di fronte al fiume di gente che sta per abbattersi in città. Una grande notizia, sia chiaro: la conferma di un trend favorevole, che dal Mercato Internazionale all’Antiquaria contagia anche la Città di Natale. Ma anche un campanello d’allarme, davanti al quale rafforzare i parcheggi (sarebbe necessaria almeno un’area provvisoria non lontana dal centro) e le capacità di accoglienza, in particolare di locali, bar e trattorie. In altre parole una prova generale: ma ben vengano, restano un segno di salute. Perché il filone favorevole di sabato si è esteso fino alla domenica: una mini-frenata nel pomeriggio ma comunque un dato quasi senza precedenti. Oltre ai banchi si è esteso su tutto l’indotto. Quasi impossibile trovare ristoranti senza code: sembrava di essere tornati alla prima città di Natale, quando molti esercizi furono presi in contropiede. Non sempre è facile attrezzarsi, le richieste di personale cadono nel vuoto, ma adesso c’è la riprova di quanto sia necessario. Al centro c’è la Fiera dei sogni, fiera di essere Fiera. Perchè è facile furoreggiare nelle edizioni più rodate, a primavera, più difficile a ottobre o novembre.
Un novembre nel quale l’Antiquaria ha sfruttato l’abbrivio del ponte. Sarebbe stata potenzialmente adatta ad una tre giorni, venerdì era un festivo, un’occasione ghiotta. Si sa, gli espositori sono i primi a puntare i piedi ma alla fine se il Comune decide loro ci sono: anche perché Arezzo è sempre Arezzo. Ma tant’è: brindiamo ad una due giorni da favola. Gli affari non sono mancati, si passeggiava tra specchiere e comodini in movimento dappertutto. E soprattutto non è mancata la dimostrazione di forza dell’appuntamento creato nel 1968 da Ivan Bruschi e che resiste benissimo al tempo. L’incastro con il ponte è stato perfetto. E lo confermano i primi osservatori. L’ufficio studi di Confesercenti indica infatti la Toscana tra le mete più gettonate del fine settimana: e oltre ad Arezzo snocciola numeri record anche in Valdichiana (tasso di occupazione al 91%) e perfino in Valdarno, vicino all’80%. Poi uno dei principali portali europei di case vacanza, Holidu, ha stilato una classifica con le 30 mete più ambite del Ponte di Ognissanti. Non solo la Toscana ne ha sette su 30 ma Arezzo è in quella top 30: al posto numero 24, lontana dalla Lucca capolista, ma riparliamone sul ring di Natale, perchè tante cose potrebbero cambiare. Tra l’altro il portale ci indica tra le destinazioni più economiche: una notte a 142 euro.
Per il resto la Fiera conferma una crescita ormai in corso da anni, dopo i mesi della crisi, capace più di tante "imitatrici" di ripartire di slancio dal Covid. Un parterre di 250 banchi, grazie al bando rilanciato, e che potrebbe anche essere potenziato: ci sono ancora margini di crescita e spazi vuoti. L’effetto onda di successi come quello di ieri sono un passaparola che porteranno tanti altri a bussare alle nostre porte. Un’occasione da non perdere, magari anch e confermando l’idea del Comune di puntare a gennaio su una tre giorni. Il terzo sarebbe la Befana, la Città di Natale sarebbe ancora in piedi: quale momento migliore per un "all in" sul tavolo?