"Ma lei ce l’ha il Conte di Montecristo?": il libraio è uno dei più esperti della Fiera ma si guarda intorno sconsolato. Sul banco di volumi ne ha a centinaia ma del Conte nessuna traccia e neanche dell’Abate Faria. Sconosciuti al mittente, almeno per la Fiera di febbraio. Che in compenso si scrolla via l’angoscia di un sabato in tono minore, segnato più dai vuoti sulle vie dell’Antiquaria che dai tradizionali pieni, ritrovando se stessa. Perché l’evento supera di slancio la prima frenata dopo mesi e si riconcilia con i visitatori.
Fin dalla mattina il colpo d’occhio appare completamente trasformato rispetto al giorno prima. Il primo impatto già da via Guido Monaco, lì dove c’è il teatro e dove non a caso la Fiera fa spettacolo nell’intreccio di banchi e oggetti del passato. Un tappeto di teste, lo scorcio tradizionale di un’edizione che funziona. E a cascata cresce l’impatto su tutto il percorso, sfiorando l’assalto dei giorni migliori. Cammini al rallentatore in via Cavour, procedi a zig zag su per il Corso. Per non dire delle Logge: la stretta tra i tavoli dei ristoranti e i banchi lascia pochi spiragli e in quelli il pubblico della domenica si muove a fatica.
Una scossa, provvidenziale dopo i segnali del sabato: beninteso, un afflusso ridotto a inizio anno rientra nell’ordine naturale delle cose, e del resto non tutti i giorni è Natale. Ma sono rimbalzi che da un po’ di tempo erano dimenticati e che la Fiera si lascia volentieri alle spalle. Resta, tuttavia, un’Antiquaria lontana dai suoi picchi migliori, che nel 2024 hanno fatto impennare le presenze fino a quarantamila in un weekend. Ma che promette bene in vista dei prossimi "giri".
Ieri era la Candelora e chissà che i buoni segnali del tempo non anticipino le Fiere di primavera. Mentre tra gli antiquari tiene banco la reazione al probabile prolungamento delle edizioni di giugno e dicembre, entrambe favorite dal calendario. "Nell’incertezza - conferma un’antiquaria di ceramiche che si divide tra Arezzo e Lucca - ho già prenotato la seconda notte nel solito B&B".
"Noi ci saremo ma certo la fatica è tanta" commenta Adelmo Brogi, uno dei librai che apre la mappa. "In tre giorni non puoi proporre gli stessi prodotti, devi arrivare carico di alternative per rinnovare l’offerta".
Avranno tempo di organizzarsi, sperando che l’annuncio arrivi presto, insieme ad un’adeguata promozione dei lunedì, sia pur festivi, di Antiquaria. Che intanto deve curare i suoi rami secchi, strade da rafforzare e rilanciare, e i suoi punti deboli. Tra i gioielli che pure non mancano ci sono banchi che si fa fatica a catalogare non solo nel mondo dell’antiquariato ma perfino in quello del vintage, e sono in posizioni strategiche.
In compenso l’evento conferma la sua straordinaria elasticità: a una edizione difficile, sia pur con uno splendido recupero domenicale, corrisponde un’azione convergente sul fronte dei prezzi. Mai viste cifre così basse e nelle ultime ore di mercato, dalle 14 in poi, è scattato l’ennesimo ribasso, con sforbiciate golose agli scontrini. Torna a sorridere anche l’indotto, di code a serpentone davanti ai locali non se ne vedono ma tutti lavorano e in un weekend di inizio febbraio non è scontato. La Fiera così si lancia appieno nel 2025: e porta con sè la "caccia" al Conte di Montecristo.