La fine di un incubo. Carabiniere sospettato di pedopornografia. Il pm archivia il caso

Da sempre in prima linea contro reati informatici con al centro minori. Il materiale era legato a indagini che stava portando avanti. "Periodo durissimo anche sul piano personale" spiega il suo legale. .

La fine di un incubo. Carabiniere sospettato di pedopornografia. Il pm archivia il caso

La fine di un incubo. Carabiniere sospettato di pedopornografia. Il pm archivia il caso

di Gaia Papi

AREZZO

Per mesi è stato "il mostro". Famiglie, amici con bambini lo hanno guardato con sospetto. Nessuno più accettava l’invito delle sue figlie a fare merenda con loro. Giuseppe Barbato, comandante della compagnia dei carabinieri di Bibbiena, aveva ricevuto un pesante avviso di garanzia, riguardante segnalazioni che Google aveva fatto sui suoi account relative a file di natura pedopornografica. Era il 6 ottobre 2023, Barbato quella data l’ha stampata nella sua mente. Lo scorso febbraio, a quell’incubo il Pm ha messo un punto con la richiesta di archiviazione. "Una richiesta che dice chiaramente che nei suoi dispositivi non è stato rinvenuto nessun materiale" spiega l’avvocato Fabio Appiano. La storia giudiziaria nasce in seguito ad una segnalazione a livello centrale di Google relative a due account sui quali ci sarebbe del materiale pedopornografico. Tema da sempre al centro del lavoro di Barbato che vanta trascorsi investigativi nel settore informatico, anche nei Ros di Milano.

A Bibbiena, come comandante, ha svolto una serie di attività, dalle truffe alla pedoponografia, per l’appunto. Alle segnalazioni seguono legittimi accertamenti da parte della polizia postale di Firenze. Accertamenti dai quali, però non emerge niente. Vengono eseguiti dei controlli ancora più approfonditi, la cosidetta copia forense dei dispositivi. Ma il risultato è il medesimo. Il materiale segnalato non viene trovato. Quanto contestato: la detenzione di alcuni file che Google aveva segnalato in base all’algoritmo, non sussiste. "L’ipotesi che possiamo fare è che materiale inerente le indagini svolte da Barbato siano passate sul suo account. Tra il 2019 al 2022 il comandante ha condotto attività in questo settore. Alcuni file analizzati, avendo sul dispositivo più account, potrebbero essersi sincronizzati nell’account di Google - spiega l’avvocato Appiano. Quindi il fatto che il materiale possa essere stato rinvenuto sui suoi account sarebbe legato a vicende di natura strettamente professionale". E così a febbraio, ma la notizia all’avvocato e a Barbato arriva solo in questi giorni, il Pm ha chiesto l’archiviazione per il reato di detenzione di materiale pedopornografico. "Se fossimo arrivati al dibattimento sarebbe assoluzione in formula piena" continua l’avvocato. "Nel frattempo Barbato non è mai stato sospeso, gli è stato consigliato di prendere dei giorni di malattia. Quel periodo si è allungato perché gli hanno trovato un melanoma, il secondo in due anni" continua Appiano.

"E’ stato un periodo durissimo per lui; una sofferenza alimentata da una frettolosa ricostruzione fatta all’epoca dalla stampa, in cui vennero mosse accuse infondate. Ora, nonostante la legge si sia espressa, a Barbato è stato proposto un incarico in un’altra regione. E questo si legge nella comunicazione inviatagli a prescindere dalle valutazioni dell’autorità giudiziaria in quanto si sarebbe incrinato un rapporto fiducia. Una motivazione che appare quantomai carente e che bisognerà rivalutare in sede amministrativa" continua a spiegare il suo difensore. "Adesso – si augura l’avvocato Appiano - spero che il 2 giugno al comandante Barbato venga consegnato il diploma relativo all’onoreficenza di cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica italiana, di cui risulta insignito da un anno".