LUCA AMODIO
Cronaca

La forbice degli stipendi. Più lavoro e minor guadagno: salario medio oltre 21 mila euro

I numeri sulle retribuzioni ci mettono al 4° posto in Toscana dopo Firenze, Pisa e Siena. Nove giorni in più di attività rispetto alle altre province della regione. I motivi del divario.

La forbice degli stipendi. Più lavoro e minor guadagno: salario medio oltre 21 mila euro

Ad Arezzo si lavora di più e si guadagna di meno. Qui si va al lavoro più giorni all’anno: ben 256 giorni, nove in più rispetto alla media Toscana

Ad Arezzo si lavora di più e si guadagna di meno. La nostra è la provincia toscana dove si va al lavoro più giorni all’anno: ben 256 giorni, nove in più rispetto alla media Toscana. C’è però un paradosso: nella nostra provincia gli stipendi non sono così alti. Si tratta di una retribuzione media annua che si attesta sui 21 271 euro e che equivale a 82 euro e qualche centesimo come paga giornaliera. In Toscana, come spesso succede quando si parla di soldi, ci posizioniamo a metà classifica: anzi, a vedere il bicchiere mezzo pieno, nella prima metà.

Davanti a noi ci sono Firenze, Pisa, Siena. Chi vive nel capoluogo di regione guadagna mediamente 10 euro in più al giorno e arriva ad Ral (retribuzione annuale lorda) di 23 687 euro. I fiorentini lavorano qualche giorno in meno degli aretini ma intascano oltre duemila euro in più all’anno. Poi ovvio, la vita nella città di Dante costa di più che dalle nostre parti ma questa è un’altra storia. Curioso il caso di Grosseto dove si lavora 220 giorni, che sono 37 giorni in meno rispetto alla media aretina (però sì, si guadagna anche di meno).

A mettere in fila i numeri ci ha pensato la Cgia di Mestre. In cima alla classifica di chi intasca più danaro ci sono - tanto per cambiare - i milanesi. Precisazione: si parla di lavoratori dipendenti nel settore privato. La loro Ral è di 32 mila euro e mezzo e il guadagno giornaliero è di 126 euro. A fare un paragone con l’ultima della classifica, nella città meneghina si porta a casa il doppio che a Vibo Valentia. La questione è arcinota. La retribuzione al Nord è più alta, il 35% in più circa, perché è maggiore la produttività del lavoro, cioè quanta ricchezza "genera" un’ora di lavoro. Un parametro che è influenzato da vari fattori, tra cui l’innovazione tecnologica e la professionalità degli addetti ai lavori per dirne un paio. Nelle regioni settentrionali - poco in quelle meridionali, insomma in Toscana - si concentrano le multinazionali e le società assicurative/bancarie che pagano più alti di quanto possano fare le piccole medie aziende al di sotto del Po. Anche perché in queste aziende viene reclutata una quota di personale altamente formalizzato a cui va corrisposto uno stipendio più alto.

C’è da dire però che la discrepanza tra Nord e Sud emerge se si guarda all’insieme dei lavoratori mentre è assai ridimensionata se si prende in considerazione gli stessi comparti. E ciò risponde al fatto che gli stipendi sono decisi su base nazionale con la contrattazione a livello centrale. Tornando in Toscana, il reddito aretino è inferiore rispetto a quello regionale. Nel Granducato a fine anno si chiude con 21 mila euro e 621 euro, circa quattrocento euro in più, ma li si guadagna lavorando circa dieci giorni in meno rispetto ad Arezzo. A livello regionale, la retribuzione sfiora gli 88 euro che sono circa 6 euro in più di quanto si porta a casa in Toscana. A fine del mese fanno più di 100 euro.

Dietro Arezzo, tra le sorelle Toscane si piazza Lucca (21mila e 266 euro), Massa Carrara (20mila euro e 300 euro), Pistoia (20mila e 228 euro), Livorno (19mila), Prato (19mila) e Grosseto (16mila e 698 euro)