L’apertura di Eurospin, che viene inaugurato proprio oggi a Sansepolcro nell’area ex Cose di Lana ed ex Boninsegni, aumenta ulteriormente l’offerta cittadina della grande distribuzione. Che Sansepolcro fosse diventata con il tempo la città dei supermercati era noto già da tempo; il totale è ora salito a otto: due di questi sono più propriamente discount, per il resto si tratta di esercizi appartenenti a note catene quali Unicoop (senza dubbio il luogo più frequentato), Carrefour, Pam, Penny, Gala e appunto Eurospin. A proposito di quest’ultima, un altro punto vendita Eurospin si trova alla Dogana di San Giustino, ma in territorio umbro per questione di metri; come dire, in altre parole, due identici supermercati distanti solo cinque chilometri fra di essi. Per non parlare dell’altra faccia della grande distribuzione, quella che cioè non comprende i prodotti alimentari ma bricolage, tecnologici e altro, tanto che anni addietro era proprio quello di Sansepolcro il Comune italiano con la più elevata densità commerciale: 2,9 metri quadrati di superficie di vendita a testa. Riassumendo: otto supermercati in una città con poco più di 15mila abitanti. Il rigido calcolo aritmetico dice che ve n’è uno ogni 1900 abitanti, o comunque meno di 2mila, anche se le dimensioni di alcuni (a cominciare dalla Coop) sono state concepite in una logica comprensoriale, fermo restando che in alcuni supermercati la clientela arriva da Città di Castello e anche dalla Valle del Savio, nella vicina Romagna. E nonostante la presenza sul posto, una buona fetta di utenza proviene dai due-tre Comuni confinanti: San Giustino e Citerna sul versante umbro e Anghiari su quello toscano.
Ben inteso che, a tutto ciò, debbono essere aggiunti i negozi di generi alimentari tradizionali, le macellerie e le ortofrutta, che sono più concentrati nel contesto urbano e soprattutto nel centro storico e che soffrono di un ulteriore handicap: la minore comodità di essere raggiunti rispetto alle strutture commerciali più grandi, che vantano il loro parcheggio e in qualche caso anche sotterraneo, utile in caso di pioggia o maltempo. Ciò costringe i commercianti a lavorare più che mai sulla qualità del prodotto e anche a studiare sempre novità che siano in grado di attirare il consumatore, ma all’orizzonte si profilano altre chiusure per negozi persino tradizionali e storici dentro le mura. Una dicotomia, insomma, fra grande distribuzione e negozio tradizionale: eppure di commercio ugualmente si tratta.