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Gli studenti della Cesalpino
Arezzo, 18 febbraio 2025 – “Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia”.
Il 23 maggio 1992 Giovanni Falcone veniva assassinato assieme alla moglie Francesca e agli agenti della scorta Vito, Rocco e Antonio. Quella strage costrinse gli italiani a fare i conti con quella “Cosa” che ormai era davvero nostra, di tutto il Paese.
“I giovani fanno paura alla mafia se pongono domande” ricorda Luigi Garlando, una delle firme più note della Gazzetta dello sport e affermato scrittore per ragazzi.
Circa 150 studenti sono pronti a conoscere e porre domande a Luigi Garlando venerdì 28 febbraio alle 10 nell’Aula Magna dell’I.C. Cesalpino in piazza Fanfani in un attesissimo incontro dedicato alle classi seconde e terze della scuola media.
In Falcone e Borsellino era fortissimo il senso del dovere per la missione che svolgevano. Giovanni Falcone aveva un bigliettino nel suo portafoglio con una frase di Kennedy che gli ricordava che un uomo deve fare ciò che è suo dovere, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni.
Questa citazione, diventata il suo stile di vita, aveva disinnescato la paura, facendolo rimanere fedele alle istituzioni e pronto a combattere la mafia in nome della libertà. “Gli insegnamenti di Falcone e Borsellino sono attualissimi perché ancora oggi la mafia è attuale.
Purtroppo, il mostro che hanno combattuto è ancora tra noi e s’insinua in maniera più subdola nei meccanismi istituzionali del nostro Paese” afferma Luigi Garlando.
“La mafia oggi è un business – aggiunge Garlando - è una holding a livello internazionale che gestisce la propria economia, gli appalti e il traffico della droga. Non ci sono più i famigerati uomini con la coppola e la lupara, oggi la mafia è governata dai colletti bianchi, persone laureate, che sanno più di una lingua, esperti di finanza ed economia”.
“Sono soggetti molto più pericolosi – precisa l’autore di Per questo mi chiamo Giovanni - che si insinuano come metastasi nella parte sana della nostra società cercando di distruggerla o plasmandola a loro favore, aumentando così il proprio potere di corruzione, infiltrandosi nelle amministrazioni, quindi dentro lo stato”.
“Ma sono ottimista come lo erano Falcone e Borsellino – conclude Luigi Garlando - erano magistrati pieni di impegni, ma trovavano il tempo di andare nelle scuole per parlare con gli studenti, facendoli riflettere sul loro futuro, erano convinti che per sconfiggere la mafia dovevano spendere tempo nelle scuole e con i giovani”.
Vivevano vite blindate ma entrambi amavano la vita. E in molte fotografie i loro sorrisi sono la testimonianza diretta del loro ideale profondo, fatto di giustizia e legalità, idee, una passione che dà un senso alla vita. Gli studenti dell’I.C. Cesalpino accompagnati dalle prof.ssa Maria Grazia Mura e Melania Reggio, hanno letto con attenzione Per questo mi chiamo Giovanni preparando moltissime domande da porre a Luigi Garlando in occasione dell’incontro.
Ma hanno avuto il compito di leggere anche un secondo libro a loro scelta tra i romanzi di Garlando avvicinandosi a meravigliosi personaggi come Che Guevara, Dante, Napoleone e il Papa. Sui banchi negli ultimi mesi sono stati protagonisti. L’estate che conobbi il Che, Vai all’inferno Dante, Mr. Napoleone ma anche il bellissimo Siamo come scintille e l’intenso Luce e Mario.
Tra i ragazzi non poteva mancare Nel mezzo del pallon di nostra vita, una straordinaria storia del calcio come l’avrebbe immaginata il sommo poeta Dante, in endecasillabi perfetti. Spalancate gli occhi. Aprite bene le orecchie. Mettetevi in ascolto. La scrittura è il gioco più divertente del mondo, la lettura un viaggio pieno di sorprese e di scoperte.
I ragazzi dell’I.C. Cesalpino stanno per intraprendere uno straordinario viaggio assieme a Luigi Garlando. Perché gli aspiranti scrittori migliorano quando stanno davanti alle pagine di un bel libro.