Salvatore Mannino
Cronaca

La marea di Natale: un altro weekend da 180 mila presenze, folla continua

Afflusso impressionante nel centro, da piazza Grande al Prato. Altri 130 bus nel weekend. Esauriti Cadorna, Eden e Mecenate. Si riempie persino il Baldaccio

La folla in piazza Grande

Arezzo, 9 dicembre 2019 - E’ la febbre della domenica sera. Che arriva dopo quella del sabato sera. E se è per questo, anche della domenica mattina e del sabato mattina. Per la Città di Natale parlano i numeri, prima ancora della sensazione di un muro umano lungo dal Corso fino al Prato, in certi punti pressochè invalicabile.

Altri 130 pullman (77 solo ieri) per un totale approssimativo di 7 mila visitatori solo con le gite organizzate, i parcheggi dell’Atam più o meno esauriti per l’intera giornata. Persino il famigerato Baldaccio, che per la prima volta nella sua travagliata storia è arrivato a un passo dal pienone: appena cento posti liberi su 800. Mai visto e impensabile dopo che il multipiano era stato bollato come una cattedrale nel deserto.

Alle sei di sera, la folla che sale verso piazza Grande e il Prato è come un fiume in piena. Per dare un’idea, pensate al pienone delle giornate di Giostra e moltiplicate per due. Via dei Pileati vive una delle giornate più intense della sua esistenza millenaria: anche in questo caso è un inedito la marea umana che sommerge imperterrita la ripida salita verso il punto più alto dell’acropoli.

Roba che ti fa pensare di essere a Piazza Navona durante il più classico dei Mercatini di Natale o a San Gregorio Armeno, il cuore della napoletana zona dei Presepi. Quanti saranno quelli che hanno dato l’assalto al centro in questa nuova impennata della febbre un po’ tirolese e un po’ da torre panoramica? Se prendiamo per buona la stima dei 200 mila di una settimana fa (con la Fiera), qui siamo più o meno agli stessi livelli, forse un pelino sotto perchè manca il pubblico dell’Antiquaria.

Vogliamo dire una forchetta tra i 180 mila e i 200 mila? Poi ognuno le cifre le calcola a modo suo. La marea della Città di Natale sale piano piano fin dalla mattina. Già a mezzogiorno, per entrare al parcheggio della Cadorna c’è una fila che si allunga per tutta Porta Buia. In piazza Grande, a quell’ora, turisti e aretini fanno a cazzotti per guadagnarsi un posto al sole nella fila della cassa per pagare stinchi di maiale e crauti. Superpienone anche per tutti i ristoranti, le trattorie, le osterie, le botteghe della città antica, ovunque insomma si possa racimolare qualcosa da mangiare.

Un’onda lunga che si espande fino ai punti opposti del centro: pure alla Badia, che pure è relativamente lontana, c’è la coda per un piatto caldo o un panino. Scene da panico abituali nelle città turistiche, ma che sono relativamente insolite per un’acropoli che vorrebbe entrare nella hit delle mete più visitate ma che ci riesce solo in occasioni come queste. Il pomeriggio è persino peggio.

Mentre i bus continuano a fare la spola col Rossellino, l’area di sosta riservata più vicina al centro, monta la folla di quelli che arrivano con mezzi propri, ovverosia in auto. Oltre alla Cadorna fanno il pieno l’Eden, dove la fila si allunga in via Signorelli, il Mecenate che pure è relativamente scomodo, il Pietri, dove è stata sospesa la navetta per il Duomo perchè le scale mobili sono tornate a funzionare, e appunto il Baldaccio, da dove parte l’altra navetta per piazza Guido Monaco.

Un muro umano che arriva principalmente dal centrosud, in un un raggio di 150 chilometri a nord, fino a Bologna, ma che a mezzogiorno oltrepassa Roma, per raggiungere la Campania, la Puglia e persino la Sicilia. Dalla capitale in giù Tirolesi & C. sono la Città di Natale più vicina, un surrogato di Bolzano più abbordabile. Fra una settimana si replica. Che la folla sia con noi.